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martedì, novembre 11, 2003


INFORMAZIONE PRESUNTA

Da un anno a questa parte l'informazione televisiva si è molto impoverita della diversità di pensiero e del coraggio critico, a favore di un'omogeneizzazione imbarazzante ed un sudditismo velato eppure esistente. D'altronde siamo il Paese con il maggior numero di conflitti d'interesse esistenti tra politici e Stato e dunque non c'è da stupirsi di queste anomalie d'informazione, di una censura tanto apparentemente condannata eppure multiforme e persistente. L'Italia è diventata il luogo dove l'inutile è importante e l'utile è vietato, tenuto gelosamente nascosto. Il capo del governo detiene la maggior parte dell'intera torta editoriale, è monopolitsta dell'informazione e non solo nega l'evidenza - sotto gli occhi ora sconcertati, ora ilari del resto dell'Europa - ma si permette pure di indicare come le televisioni di Stato dovrebbero informare e divertire il popolo. Il primo ministro si è arrogato il diritto, nè più nè meno, di decidere per tutti, convogliando le energie giornalistiche lungo il canale a lui più favorevole, senza possibilità di alternative. E lo fa sorridendo, inframmezzando le sue ammonizioni con battute da compagno di sbronze, da giullare di matrimoni di paese. Così in Italia, oggi, ridiamo per non piangere di questa triste situazione e ci stiamo abituando a guardare l'inaccettabile come fosse cosa consueta. La censura che vige in Italia sull'informazione quasi non si percepisce: ne siamo ammaliati, conquistati, è come un pifferaio magico che ci incanta ipnotizzandoci. Essa è muta, non ha echi concreti, ma aleggia su tutti gli organi di stampa come una nube densa e impalpabile mandata da non si sa bene chi, da un committente potente, influente e pericoloso, a cui forse è bene dar retta. Chi crede nella libertà d'informazione va avanti come può, chi invece di solito gira la bandiera dove spira il vento più forte si adegua. Resistere ed adeguarsi: a volte è così difficile capire dove sta la verità che si confondono i ruoli. I combattenti della notizia vera diventano portaborse e viceversa. Informarsi oggi, soprattutto riguardo a certi strati tematici, è diventato tanto difficile quanto conseguire una laurea in scienze delle comunicazioni sociali e mediatiche.


 


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Immagine di bimbo che saluta. Ciao e a presto!

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