domenica, giugno 01, 2003
CENSURA - L'argomento "censura" è sempre piuttosto delicato da trattare e fastidioso da eviscerare. Si vorrebbe non aver mai niente a che fare con la censura, anzi, che non ce ne fosse proprio bisogno o che almeno esistesse un protocollo di comportamento riconosciuto da tutti al quale potersi appellare in caso di probabili provvedimenti.
E invece in questo periodo non solo siamo costretti ad assistere a fenomeni di censura - che mettono a tacere persone, dunque non si presentano mai come eventi felici, rubando la libertà di espressione di qualcuno, seppur discutibile o non condivisibile - ma anche (o forse sarebbe meglio dire soprattutto) a interventi di censura illegittimi, imparziali, che anzichè difendere il buon costume e la parità dei diritti, favoriscono alcune parti politiche e di'opinione piuttosto che altre. In Rai, dopo l'arrivo del moschettiere Berlusconi, si è assistito ad un progressivo abbassamento dei toni a favore di un'omogeneizzazione d'opinione e ad una sterilizzzazione della critica - se davvero posso permettermi di affermare - a scapito di giornalisti simpazzanti per la sinistra. L'Unità è scomparsa da tutte le rassegne stampa di Mediaste e di Rai, così come, in molti casi, è scomparso Il Manifesto. Molti giornalisti ed intellettuali di sinistra non sono più invitati come ospiti nei programmi d'opinione. È, in atto una censura che sfiora l'imbavagliamento, che trasforma i telegiornali in rotocalchi sportivi e rosa, che clona format televisivi sullo stampo di grandi fratelli o passaparole, che elimina la libert&garve; di pensiero e di dissentire dalla massa inebetita, che intervista letterine al posto di storici o sociologi, che ti bombarba il cervello col consumismo piuttosto che spiegarti perchè, nel nostro Paese non c'è lavoro, l'economia è ferma - anzi sta regredendo - i prezzi aumentano, il patrimonio pubblico è svenduto, la scuola smantellata, la sanità distrutta, le leggi mettono in difficoltà i piccoli imprenditori e i liberi professionisti, la giustizia è stravolta e la democrazia è in pericolo.
Impera una censura sotterranea e implacabile che tenta di rispiegare la Storia, di conferire significati differenti ai termini della lingua italiana, di cambiare i "valori" dell'esistenza, mettendo al primo posto il denaro ed il potere, che disorienta la geografia sociale e dei diritti civili, che insegna a mentire, ad ingannare piuttosto che ad ascoltare e mediare, che spera di trasformare il governo di un Paese in una strategia di Risiko atta a far vincere la maggioranza su tutti gli altri, sentendosi più furbi e forti e non garanti della Costituzione.
Beppe Grillo qualche settimana fa ha detto che attualmente la maggioranza di governo è fatta di comunisti che predicano teorie alla Lenin demonizzando la sinistra italiana. Credo abbia ragione.
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