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venerdì, giugno 13, 2003


ADRIANO SOFRI - La Corte di Strasburgo ha dichiarato "non ricevibile" il ricorso presentato contro l'Italia dagli avvocati degli imputati per il delitto Calabresi. La difesa di Sofri, Pietrostefani e Bompressi aveva infatti giocato l'ultima carta disponibile per salvarli dal carcere e consolidare la loro innocenza: il ricorso alla Corte europea per i diritti umani.
La difesa aveva accusato i giudici italiani che hanno chiuso il caso Calabresi di non aver rispettato il principio della "presunta innocenza" degli imputati e per desiderio legittimo di giustizia e chiarezza si era rivolta alla Corte di Strasburgo. La Corte di Strasburgo, dopo aver vagliato carte e procedimenti, ha stabilito che i processi, con tutti i loro contrappelli, sono stati condotti correttamente, senza violazione di diritti umani. L'unico a rimanere penalizzato da quest'ennesima ingiustizia italiana rimane Sofri, chiuso in carcere mentre Bompressi, malato, è agli arresti domiciliari e Pietrostefani si aggira ancora latitante in Francia.
Il commento di Sofri, da Pisa, è stato un semplice e secco "peccato".
Ora non resta che la grazia, sebbene, per quanto ne ho potuto capire, Sofri non la appoggi, poichè chiedere la grazia significa essere colpevole e lui sa di essere innocente.
Ne ha parlato anche "Diario".
Non mi pronuncio su questo caso, ma ancora una volta mi rimetto nelle parole di chi, come molti degli esponenti della politica italiana e degli intellettuali, ne sa più di me.


 


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