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lunedì, dicembre 02, 2002


QUOTIDIANI E INTERNET - Il futuro dell'editoria online sembra proprio essere a pagamento. Nonostante l'ingente presenza di pubblcità in ogni foggia e dimensione (dai banner .gif ai banner flash, dai text ads fino alle pagine "interstitial" di pubblicità che precedono gli articoli - o che invadono a tutto schermo il monitor) pare che nessuna redazione riesca a sopravvivere senza criptare una porzione consistente del proprio lavoro, rivelandola solo ad abbonati paganti. Anche El Pais ora è a pagamento, esattamente come l'Economist, anzi, molto di più, visto che ben poco è rimasto da vedere aggratis.
Non c'è niente di male, ovviamente: aggiornare un sito di un quotidiano non è cosa da ridere, richiede molto lavoro, molta "mano d'opera" e velocità (aggioramenti continui, anche notturni), dunque "costa".
A me però salta la mosca al naso. Nonostante sia del tutto legittimo offrire a pagamento un servizio che prima era gratuito (e pagandolo forse ora sarà molto più approfondito ed abbondante di prima), mi fa "male" pensare che Internet si sta "chiudendo" a riccio per motivi finanziari, e che come sempre verrà aperto solo dal denaro. Vale dunque sempre e solo il discorso della libera controinformazione? E per quanto questo tipo di informazione resterà libera dal tornaconto? Dobbiamo veramente rassegnarci all'idea di una Rete nata come una bolla di sapone e finita negli ingranaggi di un registratore di cassa?
Questa credo sia una delle prossime sfide di internet... avete commenti da offrirmi ?:)


 


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Immagine di bimbo che saluta. Ciao e a presto!

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