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domenica, dicembre 08, 2002


JERUSALEM - Oggi ho visto il film "Jerusalem" (1997) del danese Bille August (lo stesso che ha girato "Il senso di Smilla per la neve"). A dispetto di alcune recensioni negative, a me il film è piaciuto molto, sia per come è stato concepito e girato, sia per i temi trattati: società, religione, ideologie, potere, famiglia, destino.
Ad alcuni potrà sembrare un po' trave o fin troppo prolisso (dura quasi 3 ore): ne ho apprezzato l'ampia simbologia (a volte sfiora il surrealismo, ma sempre in modo molto poetico) ed i numerosi squarci paesaggistici che lo caratterizzano, nonchè il coraggio di parlare schiettamente di come la religione possa trasfigurare la realtà e di come essa divenga la principale causa di divisione degli uomini, anzichè nodo d'unione. Sono sempre gli uomini che fanno della religione ciò che vogliono: a volte un cuscino dove rifiugiare il pianto, a volte una lama affilata per condannare i fratelli al proprio egoismo, altre volte ancora una luce di speranza per il proprio cuore disperato.
Il Cristianesimo, religione di cui si parla in questo film, è stato "cambiato" fin troppe volte dagli uomini, attraverso interpretazioni di comodo o di parte, miserabili, tanto da rinchiudere le persone in coercizioni e giudizi piuttosto che liberarle attraverso gli insegnamenti di Dio.
Le ideologie prendono il sopravvento sui deboli e le persone afflitte dal dolore. In ogni gruppo, in ogni comunità sociale c'è sempre un leader e spesso questi rischia di perdere il controllo approfittandosi del proprio ruolo, a proprio vantaggio.
Ho trovato "Jerusalem" un film molto intelligente e delicato, che, sebbene sia ambientato alla fine dell'800, tratta tematiche molto attuali.
Siamo noi gli artefici del nostro destino, anche se, per chi lo crede, c'è un disegno prestabilito che guida i nostri passi. Tutto ciò che siamo e saremo dipenderà unicamente dalle nostre scelte, dalla nostra volontà: nessuno potrà appropriarsi della nostra coscienza, del nostro "sentimento". E l'uomo che si approfitta della debolezza dei fratelli per dominarli, con ideologie e terrore, è il più vile e meschino. Purtroppo non sempre c'è una giustizia degli uomini pronta a riparare questi torti, questi abusi. Pare invece esista, sempre, una giustizia divina: pochi però sanno realmente dove sia...


 


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Immagine di bimbo che saluta. Ciao e a presto!

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