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mercoledì, dicembre 18, 2002


IL BLOG SECONDO… - Continua il favoloso filosofeggio corale su "Che cos'è un blog?", domanda e dubbio che rimbalza, ormai da più di un anno, tra le varie testate giornalistiche (d'informatica, società, costume e multimedia, soprattutto) e blogs (all'amatriciana o professionali, non facciamo pignolerie).
Chi di noi non si è mai chiesto che cosa sia un blog e perché vada tanto di moda o, meglio, perché se ne parli così tanto (e secondo me travisando molti concetti)? Coraggio, alzate la mano! :)
Tutti hanno proposto la loro definizione, ma quasi nessuno è riuscito a mettere d'accordo le molte vedute. Chi si barrica dietro ai tecnicismi, dietro alle scelte e proposte della tecnologia, chi invece riscatta l'anima sociale e comunicative dello strumento. Altri si rallegrano del fatto che "è la rivoluzione del momento". Molti non sanno che farsene dopo 30 giorni che lo usano o, peggio, si sentono frustrati perché nonostante parlino con enfasi di cosa gli accade quotidianamente, non superano i venti accessi giornalieri. Il blog, per certi aspetti, sta diventando il termometro del nostro ego. A quanto leggo la definizione di weblog offerta da Luca Sofri è stata molto criticata, come del resto quella di Giuseppe Granieri.
Ieri ho letto un intervento di Tina Spacey che involontariamente ha parlato di blog, di cosa esso potrebbe essere (o certamente è per molti di noi), sul quale mi sono trovata d'accordo:
"Un blog dovrebbe essere una lettura piacevole, corredata da link e informazioni, ma è questa specie di legame misterioso che si crea tra chi legge e chi scrive a darne il carattere."
In realtà mi trovo d'accordo con moltissime delle definizioni che sono fin qui state date al "blog", dagli utili tecnicismi di Antonio, allo speciale weblog di Ludik, fino alle lucide considerazioni de La Pizia.
Dite ciò che pensate, sempre. Confrontatevi. La bellezza sta nel dialogo e nello scambio d'opinione.
A mio avviso la vera unica rivoluzione in tutto questo blogging, se proprio ne vogliamo parlare in questi termini, siamo noi, la gente comune, le persone che ad un certo punto della loro vita "digitale" hanno capito che potevano utilizzare Internet per "esprimere la propria opinione" su qualcosa, semplicemente scrivendo. Da questa "rivelazione " (eeeeh bum!) è scaturito di tutto (e anche molti blog belli-bellissimi, interessanti, o siti più aggiornati e dunque più utili, o più notizie e più opinioni, oltre che a cose brutte bruttissime e da non visitare mai più dopo una volta che ci sei capitato per caso, come le caramelle all'anice).
Dal punto di vista sociale, direi, il blog è questo: è utilizzare la tecnologia per comunicare qualcosa (qualsiasi cosa, dalla notizia ansa alla ricetta della crostata di mirtilli), per aprire le barriere dell'informazione, per creare motivo di riflessione e confronto, per dare voce a tutti, democraticamente. Internet è per tutti, perchè l'Internet siamo noi (come un sacco di personaggi molto autorevoli hanno ben affermato prima di me!)
La tecnologia, come sempre, aiuta a gestire il contenuto (ma ce il contenuto sia poi gradevole o meno, bhè, è un altro discorso ;)

E se la gente ne parla, significa che sta funzionando.


 


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Immagine di bimbo che saluta. Ciao e a presto!

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