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martedì, ottobre 15, 2002


VASSALLAGGIO - Su Le Monde Diplomatique di questo mese (letta in versione italiana distribuita col Manifesto di oggi) un editoriale di Igracio Ramonet dice ciò che il mio umore critico avrebbe voluto dire, solo che lo fa molto meglio, utilizzando termini più corretti e maggiore durezza, nonché un pizzico di ironia. La sostanza dell'articolo, che si intitola "Vassallaggio" è che la maggior parte dei Paesi del Mondo, ed in particolare quelli europei, ha un atteggiamento di vassallaggio nei confronti della "superpotenza" USA. "Un impero non ha alleati, ma soltanto vassalli. Sembra però che la maggioranza degli stati membri dell'UE abbia dimenticato questa realtà. Ed il fatto ancora più drammatico è che molti di noi, stampa compressa, non se ne sono accorti o comunque hanno accolto questo atteggiamento piuttosto unto e servile senza alcuna sorpresa, anzi, forse infastiditi da reazioni contrarie. È vero infatti che ultimamente chi ha il coraggio di contrariare voci di governo, siano esse statunitensi, siano esse europee (e nel nostro caso italiano) viene immediatamente etichettato come sovversivo, antidemocratico, e nemico della giustizia. Tanto per capirci: i milioni di noi che hanno detto NO alla guerra in Afganistan prima, e contro quella all'Iraq dopo, sono stato bollati dal nostro governo, e da buona parte della stampa italiana, come violenti sovversivi, facinorosi, teste calde e cose pittoresche di questo genere. Verrebbe da commuoversi per tanto spreco di fantasia e raccapricci grammaticali nel descrivere i comportamenti audaci dei propri cittadini, ma sorvoliamo. "L'architettura geopolitica mondiale ha al suo vertice un'unica iper-potenza: gli Stati uniti, i quali dispongono di una forza militare ineguagliata (come si autodefiniscono gli americani) e non esiteranno ad agire soli, se necessario, per esercitare il [loro, N.d.R.] diritto all'autodifesa, mediante azioni preventive. Una volta identificata una minaccia imminente, l'America interverrà prima ancora che la minaccia si concretizzi. Ecco: l'autodifesa preventiva era stata vietata nel 1648, in un trattato internazionale, detto "di Westfalia". Poi nel 1941 arrivò Hitler e con quel trattato si pulì gli stivali (e poi tutti sappiamo cosa accadde, anche col Giappone, Pearl Harbor etc?). Non si può fare la guerra ad uno Stato che non ha attaccato, ma che forse, in un futuro, potrebbe divenire offensivo. Non si può attaccare sulla base di "supposizioni", di "previsioni", di "pareri militari personali preventivi". Questa non è "autodifesa". Fino a prova contraria è "attacco". Quello che Hitler fece col trattato di Westfalia, Bush l'ha fatto col trattato di rispetto e collaborazione che sigla l'ONU. Il Mondo ha volutamente piegato la testa al signore del petrolio, al texano dalla faccia di gomma. "Nessuno infatti ignora che al di là degli argomenti avanzati, uno dei principali obiettivi della guerra annunciata contro l'Iraq è effettivamente il petrolio." Come dire: tutti sanno, nessuno dice. Forse è vero dire anche che tutti alla fine, dopo el bombe e dopo l'arroganza, mangeranno una fettina di quella torta. Sarà dunque un banchetto nuziale, tra gli States e il resto del Mondo, o più precisamente sarà la funerea capitolazione della democrazia sulla Terra? "Può l'Europa opporsi" a questa sciagura? Ramonet sostiene di sì, solo però se l'UE sarà capace di ricordarsi che all'interno di NATO e ONU gli Stati sono "partner" e non "vassalli". Qui occorrerebbe il fido Zanichelli...


 


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