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martedì, ottobre 15, 2002


CRONACA NERA - Vorrei fare un breve inciso sulla cronaca nera che tanto imperversa in queste settimane sulle reti nazionali italiane, in particolare sui telegiornali della rai. Di fronte a tanta prolifica efferatezza (padri di famiglia che sterminano i propri affetti, fidanzati che si sgozzano, studenti che si accoltellano, e così via..) non ci si può non domandare perché si verificano tanti omicidi così ravvicinati nel tempo e perché, poi, la stampa ci ricama tanto sopra. Ricordo che 10-15 anni fa in edicola usciva un settimanale di cronaca nera: si intitolava "cronaca vera", mi pare, ed era così lugubre, così cupo e freddo, che ti si rivoltavano le budella al solo scorrere i titoli di copertina. La prima considerazione che faccio è che probabilmente la gente legge ed ascolta di queste cose volentieri, con ardore e partecipazione, tanto quanto è appassionata dal gossip. La seconda considerazione, che per la verità si legge un po' ovunque, è che in televisione, anzi peggio, nei telegiornali non si parla d'altro non perché non sia successo nient'altro, ma perché nessuna, o quasi, testata d'informazione televisiva osa pestare i piedi alla maggioranza, raccontando cosa sta accadendo nel nostro paese. La cronaca nera è insomma diventata una forma piuttosto originale e macabra di censura, di deviazione dell'informazione, una specie di ninnolo per lo spettatore medio, che in questi giorni si aspetta solo notizie terribili (visto come vanno le cose...) e dunque ritrova, nella "nera" ciò che il suo presentimento di cittadino violentato dall'iniquo potere gli presagiva. Ma è poi vero che la gente non si è mai ammazzata così tanto come in questi anni? Direi di no: secondo molti esperti in materia la gente si uccide con la stessa frequenza di prima, di un secolo fa. Invece stanno cambiando i motivi per cui lo si fa. Una volta, e parlo di almeno 50, 100 anni e più fa, ci si ammazzava per onta, per cause logiche di conquista, di potere, di vendetta. Oggi è quasi la noia a far uccidere o, come direbbe Vittorino Andreoli, è la stessa voglia di farlo: "ci si uccide per uccidere", senza motivo. Da non crederci. E di questo assurdo disarmante sono certamente responsabili la nostra società, con il suo vuoto di valori sconcertante, le famiglie sempre più silenziose e disaggregate, indifferenti a tutto, soprattutto ai sentimenti, la scuola passiva ed anonima, la moda fittizia, i falsi miti, la delusione istituzionale. Frasi fatte, retorica e banane fritte. Lo so, ma è così che va. Un tizio, durante la puntata del Costanzo Show di qualche sera fa, ha detto: "Ci si meraviglia tanto di tutti questi minorenni che ammazzano gente. Ma questi minorenni agiscono disincantati e tranquilli, senza senso di colpa, perché sanno che la legge non li toccherà. Hanno imparato la regola dell'impunità. Basti seguire cosa accade al governo e quali leggi vengono a tutt'oggi approvate. Si proclama la legge dell'impunità ogni santo giorno." Di fronte a questa esternazione d'indignazione non ho potuto che scuotermi. Dove stiamo andando? Dove arriveranno, di questo passo, i nostri bambini?


 


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Immagine di bimbo che saluta. Ciao e a presto!

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