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mercoledì, luglio 03, 2002


con rispetto parlando, di tutto ciò che ho letto, su internet e nei giornali, su scajola ed il caso biagi in questi ultimi tre giorni l'articolo di leonardo è il migliore in assoluto, per intelligenza, ironia e denuncia. come sempre accade nel nostro paese, dopo accadimenti politici interni scandalosi aleggia nei media e nelle agenzie d'informazione un'enorme confusione, dove tutti sono a caccia dello scoop o della frase che rappresenterà la chiave di volta del mistero, ma pochi si interrogano su quale recondito significato si celi dietro a quell'evento. le notizie e le successive smentite si susseguono come spot d'intermezzo tra il primo ed il secondo tempo di un film: siamo come sempre mitragliati di notizie, ma c'è carenza di spiegazioni. non serve apprendere l'azione se non si può conoscere la causa che l'ha fatta muovere. abbiamo sete di "perchè", non di "come". crediamo che la verità sia sempre contorta, difficile, nascosta, ed invece è lì sotto ai nostri occhi e noi neanche la vediamo. i fatti sono assodati ed anche le conclusioni sono presto tratte: abbiamo un governo colabrodo con un ministro degli Interni vergognosamente inetto, umanamente abbietto, socialmente pericoloso. qualche giorno fa giorgio bocca ha scritto un editoriale assai pungente e rabbioso, come è nel suo stile, pubblicato su repubblica, "la solitudine del professore", dove ricorda che biagi fu vergognosamente abbandonato da tutti, fu veramente lasciato solo di fronte alle minacce di un pericolo reale, nell'omertà generale. citando una frase dello scomparso generale dalla chiesa, bocca scrive: "[...] questore, sindaco, ministri, hanno dimenticato il mio numero e io so ciò che significa: è l'isolamento che precede l'esecuzione, e come se tu non esistessi più, non contassi più, sei già morto prima di morire." biagi era stato accantonato e probabilmente, come ricorda leonardo, avevano già deciso di non rinnovargli il contratto di collaborazione, dunque doveva uscire, allontanarsi. al ministero non importava più nulla di lui. biagi non era più niente, il passato e ciò che aveva fatto non contavano più nulla: egli era "scaduto". "[...] così deve essere andata per il giuslavorista professor marco biagi: - continua bocca - lo stato che deve proteggerlo è come scomparso. scrive a prefetti e ministri, alla direzione della confindustria, all'amico casini presidente della camera, e le sue lettere disperate finiscono in qualche sorda casella d'archivio." biagi era stato lasciato solo, in barba a tutto ciò che egli aveva per mesi e mesi rappresentato, in barba al suo coraggio di essersi esposto, alla sua coscienza liberale e onesta. era stato abbandonato ignobilmente da chi aveva il dovere di proteggerlo. "il nostro è un paese senza storia perchè abituato a cancellare ad uso del potere il suo passato." così conclude bocca, con una amara constatazione, una specie di fiele mortale. queste notizie non possono lasciare indifferenti, non possono macchiare la carta dei quotidiani senza gettare nello sconforto e suscitare rancore in tutti noi. sono profondamente indignata e amareggiata per questi sordidi e ipocriti giochi di potere e profondamente addolorata per l'omicidio truculento e orribile di un uomo coraggioso e libero, che non si è mai piegato al potere e che non ha mai ceduto al servilismo accomodante, la cui morte è stata strumentalizzata senza ritegno. l'italia sta vivendo un grande e lungo lutto: l'agonia della libertà, della democrazia, della giustizia.


 


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Immagine di bimbo che saluta. Ciao e a presto!

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