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sabato, marzo 15, 2003


MULHOLLAND DRIVE - Ieri sera ho guardato una delle ultime fatiche di David Lynch, "Mulholland Drive", film spaccato tra realtà e sogno, forse tutto un sogno, forse nemmeno un film.
Ho cercato recensioni appropriate che potessero spiegarmi il significato di questo film, perchè sono convinta che deve esserci un significato, altirmenti il regista - che ha lanciato un sito interamente a pagamento - non avrebbe perso tutto quel tempo a girare, montare e scrivere battute se non avesse avuto niente da dire.
Valeria Chiari, su FilmUP, ne parla "bene", in modo convincente, tanto che se non avessi ancora visto il film, correrei in videoteca ad affittarlo.
I commenti degli spettatori sono invece contrastanti, ma il filo conduttore comune rimane "non ci ho capito niente". Ecco. Anche la bellachioma non ci ha capito niente - con buona pace di Merlino - e non saprebbe affatto raccontarvi la trama del film, nè abbozzare un commento all'idea di base del regista, nè azzardare un'opinione.
Per me il film non racconta niente, eppure potrebbe parlare di tutto, delle nostre angosce, del terrore di fronte all'ignoto. Potrebbe interpretarsi come un buco nero dell'inconscio, un circo delle paure quotidiane, una carrellata di tutto ciò che temiamo: essere rifiutati in amore, ritrovarsi falliti, essere vittime del sistema. Oppure... bho?!?! :)
Una cosa però la devo riconoscere a Lynch: la sua faccia tosta. Personalemnte a Cannes un film del genere non avrei proprio potuto votarlo... :)


 


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Immagine di bimbo che saluta. Ciao e a presto!

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