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lunedì, marzo 31, 2003


DOMENICA IN... GUERRA - Ieri sera ho avuto modo di guardare venti minuti di "Domenica In", proprio durante il salotto di vips stretto attorno al tema della guerra mediato da Mara Venier e Michele Cucuzza. Dopo aver osservato "chi" avevano invitato, mi sono accomodata sul divano per non perdermi un evento di tale straordinaria mediocrità ed ipocrisia. Perplessa ed incuriosita ho cercato di capire che cosa volessero ottenere con tale momento di riflessione.
A parte il fatto che in un programma di varietà ed intrattenimento, come dovrebbe essere Domenica In, non è il caso che si parli di guerra - visto che già se ne parla ampiamente altrove e forse con una maggiore competenza - mi ha stranito la volontà degli autori di dare un impronta al programma attraverso lo sviluppo di un tema così scottante, controverso e nebuoloso come è quello della guerra attuale in Iraq.
Tutta la mia stima va a Berlinguer, che ha di nuovo ribadito come sia necessario fermare la guerra. La signora Santachè è caduta dal pero, e piuttosto che argomentare il problema, esponendo magari una sua vaga opinione sulla guerra - sempre che ne abbia sviluppata una - si è limitata a ripetere n volte frasi del tipo "Lei parla tanto, ma noi non capiamo cosa vuole dire. Lei non si fa capire. Che cosa vuole dire?" e cose pittoresche di questo genere, senza specificare chi contenesse quel "noi". Solo lei non aveva capito niente, perché esponenti politici di destra come lei, schieratisi per convenienza, non possiedono un'opinione personale sulla guerra e non accettano di mettersi in discussione, di pensare cose che vanno al di là della politica e dell'economia, ma sventolano l'eco della corrente di pensiero che li protegge.
Lo stesso Feltri, in collegamento esterno, svettava sulla sua scrivania la bandiera degli Stati uniti e insisteva nel dare ragione agli Usa considerando antiamericani tutto coloro che sono contro la guerra, sostenendo quel Bush che ha contro di sé l'ONU e mezzo mondo, ma che se ne catafotte di tutti - come direbbe Montalbano - e bombarda il Medio Oriente per il "suo" petrolio.
"Il direttore di Libero, Vittorio Feltri, alzando notevolmente la voce, ha accusato l'onorevole Giovanni Berlinguer (Ds), di essere antiamericano e di predicare per una guerra lunga e con tanti morti."

Egregio l'intervento anche di Sandro Curzi, che ha tentato invano di sostenere la voce di Berlinguer.
Imbarazzanti gli interventi pecorecci di Mastella - il Carlo Verdone della politica attuale.
Cucuzza poteva restare nei suoi salotti di moda e gossip, nessuno avrebbe sentito la sua mancanza, come del resto di gran parte degli altri ospiti presenti.
Iniziativa penosa, vergognosa e offensiva: la gente è realmente preoccupata per ciò che sta accadendo in Iraq, per i giornalisti che rischiano la vita pur di informarci, per le truppe di ambo le parti che si ammazzano, per i civili che muoiono e restano mutilati o traumatizzati da orrori inenarrabili, per tutte le bugie che si sovrappongono alla verità insanguinata e che sperano di far passare questo conflitto come qualcosa che era necessario.
In serata Dario Fo è intervenuto a Ballarò ed è stato sbeffeggiato per la sua posizione pacifista, accusato di contraddirsi poiché dopo aver sostenuto che negli Usa c'è una grande democrazia ha criticato aspramente l'intervento armato di Bush. Anche Dario Fo è antiamericano, a quanto pare, perché chiede la pace, chiede la fine della guerra.
Sono sconcertata da tanta follia. Usiamo le parole per coprire gli abusi di potere, per scagionare il più grande terrorista del pianeta: il presidente degli Stati uniti.
Questa guerra sta legittimando i conflitti preventivi e diminuendo il livello di sicurezza mondiale, ha screditato il potere e l'autorità dell'ONU, ha diviso l'UE, favorirà l'aumento del terrorismo, sta condannando a morte migliaia di soldati di tutte le nazionalità e di civili vittime di guerra, che - come è accaduto in Kosovo e altorve - moriranno di cancro per essere stati contaminati da uranio impoverito contenuto nelle munizioni.
Questa guerra va fermata, può ancora essere fermata.


 


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Immagine di bimbo che saluta. Ciao e a presto!

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