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giovedì, gennaio 09, 2003


JOSÉ SARAMAGO - Adam Langer delinea un eloquente e sintetico ritratto dello scrittore portoghese premio nobel José: Saramago. Nato nel '22 ad Azinhaga Saramago ha raggiunto tardi il successo letterario, dopo aver fatto molti mestieri differenti, tra i quali il giornalista. La caverna, tutti i nomi, la zattera di pietra, sono alcuni tra i titoli più noti della sua eccellente produzione. Ma di che cosa parla Saramago? Di uomini e di società fatte da uomini. I suoi sono romanzi pieni di metafore, di storie che raccontano altre storie, con tutta probabilità anche le nostre storie, poichè per sillogismo ci ritroviamo risucchiati nelle maglie del suo punger polemico e costruttivo.
Saramago resce ad indagare nella mente e nell'animo umano regalandoci descrizioni perfette, dissacranti, terribili e poetiche, della vita umana. Per chi non avesse mai letto niente di lui posso consigliare "Cecità", che ritengo un capolavoro di indagine psicologica, emotiva, esistenziale e che mette in luce le miserie non solo degli uomini, nella loro natura, ma soprattutto dei sistemi politici umani. la civiltà così detta "sviluppata", o meglio "industrializzata", che partorisce fin troppe "bestie", si rivela in tutta la sua debolezza, nelle sue tremebonde falle morali. Vi sorprendereste.
Saramago scrive di vita, di bellezze nascoste tra le fronde della quotidianità, ma anche della facilità con la quale l'insoddisfazione e l'egoismo umani non solo dimenticano quella bellezza, ma la calpestano.
Si dice che sia un pensatore pessimista. Lui si definisce annoiato dalla società moderna, da questo progresso che sembra instupidirsi, che ci incatena a bisogni inesistenti, come marketing detta. Per me Saramago è la lingua che batte dove il dente duole, è la terra spaccata dal sole che regala ancora un germoglio di mais che chiede un goccio d'acqua, è l'ombra riflessa sul muro che ci ammonisce dei nostri movimenti, sorridendo.
Alla conclusione di ogni suo libro non ci si può non mettere in discussione, non si può evitare di interrogarsi su che cosa sta accadendo alla civiltà (sempre che se ne voglia parlare in questi termini poichè l'attualità di ogni giorno sembra proprio spingere verso l'involuzione umana, il rattrappimento dell'intelligenza...)
Ogni buona domanda fatta, si sa, risveglia dall'indifferenza, ma ha il suo prezzo da pagare.


 


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Immagine di bimbo che saluta. Ciao e a presto!

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