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mercoledì, gennaio 15, 2003


CHI SCOPRÌ L'AMERICA? - Pare proprio che Cristoforo Colombo sia stato l'ultimo a scoprire di fatto l'America. Noi europei inneggiamo al 1492 come all'anno di svolta per la nostra occidentalità, quando ufficializammo la colonizzazione di nuove selvagge terre, dove poter esportare e radicare, con la forza o meno, la nostra "cultura del progresso". Sappiamo tutti cosa poi è accaduto, ma quello che resta nebuloso è se sia stato davvero Cristoforo Colombo il primo occidentale a sbarcare sulle coste delle Americhe, unendo definitivamente la coscienza di tutti gli umani all'idea di un'unica terra tonda e uniforme.
Lo storico inglese Gavin Menzies, nel suo ultimo libro "1421: l'anno in cui la Cina scoprì l'America", sostiene che furono i cinesi i primi a sbarcare in America, ben 70 anni prima di Colombo e le sue caravelle.
Questa tesi ha ovviamente scatenato polemiche a grappoli, scintille e malelingue, ciuffi di capelli spettinati, ma Menzies (che non è da confondere con l'omonimo chitarrista di heavy rock-metal), forte delle sue ricerche sulle navigazioni del capitano Zheng He (14 anni di studi, di pazienti consultazioni di mappe segrete, di lente ricostruzioni di carte di navigazioni basate sui cieli stellati, etc... ) non ha fatto una piega: Colombo non fu il primo a scoprire l'esistenza di un nuovo continente dopo Europa, Africa e Asia.
È dunque più corretto affermare che Colombo fu il primo europeo a sbarcare in America, non certo il primo in assoluto a scoprirla. Andò davvero così? È una bufala? Chissà, la tesi è tutt'ora al vaglio di scienziati e storici espertissimi. Ora sorge spontanea una domanda: questa verità cambierà qualcosa nelle nostre vite? Temo di no, ma di sicuro il libro si presenta come un'avvincente ricorstruzione di fatti e viaggi assorbiti nel tempo, e riportati alla luce in tutto il loro fascino, stimolando dibattiti e confronti, sottolineando ancora una volta che la Storia può cambiare in "sfumature" a seconda di chi la racconta. Non siamo, in quanto umani, estranei al nostro passato: la nostra lingua colora, a piacimento di cosceinza e razionalità, ciò che ci ha preceduti. Affascinante, senza alcun dubbio, ma la fondatezza delle tesi storiche va, sempre in ogni modo, acceratta fino all'ultima goccia, per non far torto nè a Colombo nè a He.


 


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