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giovedì, ottobre 31, 2002


ALL MY LIFE FOR SALE - Vendereste tutti i vostri beni (o quasi) attraverso un servizio di asta online (tipo eBay o Bazar)? Ma soprattutto girereste il mondo, spendendo tutto il ricavato di questa vendita, alla ricerca delle persone che hanno acquistato i vostri oggetti? Qualcuno l'ha già fatto: si tratta dell'artista americano John Freyer. Per commemorare l'iniziativa, e trasformarla in un "prodotto artistico", Freyer ha creato un sito, "All my life for sale", e scritto un libro (dal titolo omonimo).
"Ebay, il più frequentato sito d'aste del web, è ormai da tempo un terreno fertile per sperimentare operazioni d'arte elettronica. L'artista John Freyer ha sviluppato qui la pratica, comune ormai a milioni di utenti, di mettere all'asta i propri oggetti, solo estremizzandola e vendendo tutti i suoi oggetti posseduti. (da Neural, 11 luglio 2002)".
Ne ha parlato recentemente anche Alessandra Retico sul quotidiano Repubblica, in "Come si fa a vendere tutto senza riuscire a liberarsene". Che dire? L'idea non solo è geniale, ma assolutamente divertente. :) Anche questo è Internet!


AMAZON - Nel suo recente articolo "Cose che mi ha detto Diego Piacentini, il giorno dopo i risultati del terzo trimestre di Amazon", pubblicato sul suo blog, Luca Sofri spiega come procedono gli affari di Amazon.com, la libreria virtuale più grande del mondo, e ricorda perchè una simile iniziativa non sbarcherà in Italia.


INTERNET E SOCIETÀ - Sempre in tema di Internet e società e di realtà digitali, vi segnalo due libri molto interessanti, da leggere per comprendere meglio cos'è Internet e come la società moderna lo utilizza, lo usa e lo immagina. Il primo libro che segnalo è quello di Giancarlo Livraghi, "L'umanità dell'Internet", disponibie sia in libreria, in versione cartacea (edito da hops libri) che online, in versione digitale. Il secondo libro, invece, è l'ultima fatica editoriale di Franco Carlini, "Divergenze digitali", edito da ManifestoLibri: utile la recensione proposta da Alessio Balbi per html.it


JESUS CHRIST CYBERSTAR - Anche se, a quanto si legge su Blog-it, Adriana Dagnino ha scoperto i Weblog italiani solo da qualche settimana, mentre il "fenomeno spaghetti blog" imperversa già da più di un anno, vi segnalo l'uscita del suo ultimo libro, dedicato interamente all'era digitale e alle sue molte promesse "di felicità": "Jesus Christ Cyberstar. Il Paradiso non può attendere." Sul sito del libro troverete molte informazioni utili ed un forum di discussione. Il libro sta alla base di un progetto digitale tutto in divinire.
"...Pubblicato da Edra (125 pagine, € 10), il volumetto è una sorta di vangelo per net-praticanti , scritto nello stile secco, aforistico e ispirato della Rete. Dove la Dagnino, autrice già di libri provocatori sull'interazione reale-virtuale come 'I nuovi nomadi' (Castelvecchi, 1996) e 'Uoma: la fine dei sessi' (Mursia, 2000), spiega la sua parabola elettronica , centrata sulla convinzione che proprio in internet si sta realizzando la profezia cristiana: 'beati gli ultimi perché saranno i primi'... (recensione del libro su SpazioDonna)".


mercoledì, ottobre 30, 2002


DEEP LINKING - Ho scoperta da poco l'iniziativa "free link", strana ma interessante, propagandata da TieNETi. A prima vista non pareva molto seria, poi a ben leggere ho capito che essa avvisa su di un fatto importante: i link diretti alle pagine informative, alle fonti. Quanti di noi segnalano link generici (tipo la home page del sito di un quotidiano) e non il link diretto ad una particolare pagina? "[...] I grossi media mondiali stanno osteggiando questa pratica con tutti i mezzi. Secondo loro il mancato passaggio dell'utente per la home page gli creerebbe un danno economico. Noi al contrario siamo favorevoli considerando il deep linking una pratica indispensabile alla sopravvivenza della maggior parte dei weblog." Esatto. Da sempre sostengo l'iportanza del deep linking, non solo per la facilità di lettura per chi sfoglia un weblog o un magazine d'informazione, ma anche per rispetto assoluto delle fonti citate. :) Linkate, gente, linkate, ma prendete bene la mira...


ISSN - Anche ocurréncia possiede il codice univoco ISSN: 1721-5129. Non ce n'era bisogno, lo so, il mio blog non è una vera e propria rivista, non propone un particolare servizio informativo, ma chissà, col tempo potrebbe caratterizzarsi meglio e dunque questo codice potrebbe rivelarsi un utile investimento di tempo e pazienza. E poi Antonio è stato così convincente che non ho resistito e l'ho richiesto anch'io :) Sempre in tema di blog, a breve (insomma, breve è una parola grossa... vabbè, tempo e impegni permettendo) pubblicherò un nuovo layout, mi auguro più vicino agli standard di quanto non sia riuscita a fare find'ora: il restyling di é è in cantiere...


BERLUSCATE - Segnalo due risorse editoriali on-line dedicate all'analisi della realtà berlusconiana: "100 bugie per 100 giorni. Manuale per difendersi da Berlusconi" che offre molte riflessioni sulle tante bugie di Berlusconi (info via Blog Oltre) e "Berlusconeide", un vecchio numero speciale di Diario (30 marzo 2001) che non conoscevo e che analizza la realtà politica di Berlusconi (imperdibile l'inserto "ritaglia il presidente", da stampare, ritagliare e incollare :) ...


MASSIMO FINI - Oggi ho visto in televisione un'intervista a Massimo Fini, giornalista e saggista, durante la quale ha presentato un suo saggio, "Il denaro. Sterco del demonio", dedicato al denaro e al suo significato nell'era mondiale moderna. Il link che ho appena segnalato propone una recensione del libro redatta da Eduardo Zarelli, assai utile per comprendere di che tipo di saggio si tratta e quali argomentazioni snocciola Fini. In tema di guerre invece vi segnalo un pungente articolo di Fini, pubblicato sul sito di Nexus Italia, Solo la nostra guerra è "giusta".


sabato, ottobre 26, 2002


CASO CALVI - Ne saprete di sicuro più di me e duinque sarei felice se poteste scrivermi qualcosa in proposito nella zona commenti. Per iniziare questo discorso segnalo una notizia sconcertante: "la Repubblica: Roberto Calvi fu ucciso". "ROMA - Roberto Calvi fu "suicidato". Queste, in sintesi, le conclusioni dei periti incaricati dal giudice per le indagini preliminari di Roma Otello Lupacchini di indagare sulla misteriosa morte a Londra del presidente del Banco Ambrosiano. [...] Ora arrivano le conclusioni dell'inchiesta, che smentiscono l'ipotesi del suicidio e sostengono invece la tesi dell'omicidio, che si sarebbe consumato in un cantiere situato sulla sponda del Tamigi distante circa cento metri dal ponte londinese dove Calvi fu trovato impiccato. Il corpo del banchiere, insomma, sarebbe stato condotto sotto il Blackfriars Bridge e lì fu inscenato il falso suicidio." (la Repubblica, 24 ott 2002)
Questo è un ennesimo scheletro nell'armadio del nostro caro Stato italiano. Il presidente del vecchio Banco Ambrosiano si era rifugiato a Londra, dopo il crollo della sua banca, in fuga da qualcosa di "grosso". La sua morte (avvenuta il 12 giugno dell'82 a Londra) per decenni è rimasta avvolta nel mistero e le numerose indagini svolte, prima da Scotland Yard e poi dalla polizia italiana, portarono alla delineazione di un misterioso caso di "suicidio".
Sono di quest'anno invece due notizie sorprendenti che smentiscono le montagne di carta redatte sugli atti investigativi, accumulate in vent'anni di domande: qualche settimana fa a Milano, "nel caveau dell'agenzia del Nuovo Banco Ambrosiano di corso Magenta", è stata ritrovata una misteriosa cassetta di sicurezza intestata a Calvi e a sua madre, che contiene numerosi documenti, molte "carte importanti", che forse si riveleranno cruciali nello svelare il movente e i mandanti dell'omiciodio del "banchiere di Dio".
"Il contenuto di quella cassetta potrebbe finalmente svelare uno dei misteri d'Italia, un affaire dove a vario titolo sono stati coinvolti faccendieri, "collaboratori" di servizi segreti, cardinali e mafiosi. " (F. Viviano, La Repubblica, 12 ottobre 2002)


GORE VIDAL - Prima di addentrarmi nel mio ennesimo viaggio di Storia Internazionale attraverso i saggi di Gore Vidal, (uno dei miei tanti viaggi socio-politici che ho iniziato in questo periodo e che non so nè quando finirò nè se potrò ben sostenere...) vi segnalo un'intervista all'intellettuale americano pubblicata sul "Los Angeles Times" e tradotta in italiano dal Corriere della Sera, "America, stai pagando la tua guerra perpetua" (info via Dude, che purtroppo non riporta la data dei vari messaggi/articoli...). "Non credo che noi, popolo americano, ci meritassimo ciò che è accaduto. Né ci meritiamo i governi che abbiamo avuto negli ultimi quarant'anni. Sono i nostri governi ad averci procurato tutto questo con le loro azioni in giro per il mondo. Nel mio nuovo libro c'è un elenco che dà al lettore un'idea di quanto siamo stati impegnati in interventi militari. Purtroppo riceviamo soltanto la disinformazione dei canali ufficiali. Gli americani non immaginano l'entità delle malefatte del loro governo. Il numero di interventi militari messi a segno contro altri Paesi senza essere stati provocati ammonta a oltre 250 dal 1947-48." Questa è una breve intervista che punge come un coltello. Vidal, come Chomsky, è un intellettuale americano che ciritca ferocemente la linea politica del suo governo e lo fa da sempre, da quando ha iniziato a scrivere. Per i suoi articoli, per le sue idee, è molto censurato in patria e scansato da molte emittenti televisive. Ogni suo libro è attesso all'estero con apprensione e curiosità, con desiderio di capire cosa si cela dietro alla disinformazione dei canali ufficiali.


ILDA CONTRO TUTTI - In vena di segnalazioni e documenti questa mattina vi annoto un nuovo articolo di Peter Gomez, pubblicato su l'Espresso, "Ilda contro tutti", che racconta un po' di cose sull'arringa della Bocassini e sulla persona che è Ilda: "Ecco la storia del sostituto procuratore di Milano che ha chiesto 13 anni di carcere per Cesare Previti. E che in ogni inchiesta suscita passioni e gelosie, diffidenze e adesioni...". Tutto da leggere.


ORA SOLARE - Domattina ritornerà l'ora solare. Questa notte infatti, alle 2.00, gli orologi dovranno essere spostati indietro di un'ora. Si conclude così, anche per quest'anno, il ciclo dell'ora legale.


ARUNDHATI ROY - Il 23 ottobre la scrittrice indiana Arundhati Roy è approdata a Torino, al Cinemambiente, insieme ad un gruppo di cineasti indiani. Alla manifestazione torinese sono stati presentati film indiani dedicati al problema dell'acqua e delle dighe che stanno devastando il territorio indiano e che sono causa di sfollamenti, carestie e ingiustizie sociali. Arundhati da molti anni fa parte del movimento pacifico "Narmada Bachao Andolan" - movimento per la salvezza del fiume Narmada - il movimento di protesta più pacifico attualmente in circolazione, che prendendendo atto degli insegnamenti di Gandhi cerca un soluzione all'ingiustizia socio-ambientale perpetrata dal governo e dalle industrie indiane.
All'università di Torino, Arundhati ha incontrato gli studenti italiani e ha parlato di India, di terrore nucleare, di dighe, di movimenti di protesta, di saggistica geopolitica, di attualità internazionale e di sè.
«...So che voi mi conoscete per via del mio romanzo "Il dio delle piccole cose" - ha esordito Arundhati Roy - ma io mi conoscevo già prima, e so che quello che mi ha sempre interessata è il conflitto tra il potere e chi non ce l'ha. [...] Intanto il mio paese era sempre più povero, sempre più cupo, più oppresso dalle ingiustizie sociali. E il Bjp, il partito al governo, sempre più aggressivo: i test nucleari si trasformavano in test del nazionalismo indù, si continuava a investire in opere dissennate come il sistema di dighe sul bacino della Narmada. Allora ho sentito il bisogno di alzare la voce, il dovere di intervenire pubblicamente...».
Tra le tante domande che le sono state rivolte una in particolare mi ha colpita. Uno studente le ha chiesto che cosa noi tutti dobbiamo fare per migliorare la deprimente situazione socio-politica intrenazionale e la scrittrice ha risposto:
«È meglio non domandare mai che cosa si deve fare. Meglio rivolgere a se stessi questa domanda, che fare, come individui, per difendere la libertà e la democrazia. La risposta viene da un viaggio interiore. Per esempio, rifiutare di vivere in una campana di vetro, non credere ai media, disseminare altre informazioni. Il nostro idealismo dovrebbe suggerirci istintivamente cosa fare...»
E poi ha continuato con «Se non onorate i movimenti non violenti, vi adeguate ai media che inseguono le notizie sull'orrore, e segretamente fornite materia al terrorismo, che è la risposta non democratica a governi non democratici. Bisogna saper rischiare, personalmente e politicamente...». ...


giovedì, ottobre 24, 2002


L'ODORE DEI SOLDI (9) - La precedente pensàta dedicata al libro "L'odore dei soldi" ha eviscerato un tema assai attuale: la nascita e la crescita del secondo polo televisivo italiano: Mediaset. Dopo canale 5, Berlusconi comperò Rete 4 e Italia 1 e su tutte queste innalzò il suo muro di gomma, tutt'ora posizionato tra chi è veramente e chi vuole si sappia chi è in realtà.
Rete 4 (strappata alla Mondadori, gruppo editoriale che poi cadde in mano al cavaliere) ha sempre avuto la funzione di cuscinetto protettivo: a ben guardare il calendario dei suoi programmi si nota come essa non sia sfruttata come meriterebbe, ma risulta come "parcheggiata". Mi pare sia in giro una voce che la vuole in attesa di ricollocazione proprietaria: insomma, sembra sarà la prima rete Mediaset ad essere venduta.
14 processi pendono sul capo di Berlusconi: di questi più della metà sono caduti in prescrizione, come stanno rischiando di fare i processi Lodo Mondadori e Sme-Ariosto (e proprio in questi giorni il p.m. Ilda Boccassini ha chiesto 13 anni di carcere per Previti e 10 per Pacifico e Squillante). Avete letto bene: PRESCRIZIONE. Ciò significa che Berlusconi non è stato assolto perché dichiarato innocente, ma è stato liberato dalle indagini poiché sono scaduti i termini massimi validi per concludere un processo.
Si attendono sviluppi e sentenze per: Telecinco (frode fiscale); Mafia e bombe (concorso in strage per gli omicidi del'92); Caso Lentini (falso in bilancio per l'azienda Milan); Sme-Ariosto e Lodo Mondadori (corruzione in atti giudiziari); Consolidato gruppo Fininvest (falso in bilancio); Spartizione pubblicitaria (concussione, con la Rai, sull'accordo di tetti pubblicitari per ammorbidire la concorrenza); All Iberian (falso in bilancio).
Berlusconi è coinvolto in numerosi casi di corruzione di giudici e finanzieri, in tangentopoli, in stragi, in molti casi di falso in bilancio e frode fiscale, ha giurato il falso in aula di tribunale più d'una volta, è membro della P2, ha un enorme serie di conflitti d'interesse ed è colluso (fino al collo) con la mafia.
Ragazzi, la mafia , oggi 24 ottobre 2002, è al governo più che mai, ce l'abbiamo in casa, nelle televisioni, sui quotidiani, nel caffè che beviamo al mattino. Oggi la mafia è al governo "pubblicamente" e questa avanzata l'abbiamo di fatto consolidata e legittimata. Ora la mafia quasi non si nasconde, perché è salita di diritto alle stanze dei bottoni e muove l'Italia come gli gira e va.
È allarmante e avvilente accorgersi di come la gente non voglia credere a queste cose, non possa proprio credere a questi fatti.
Berlusconi è al capo del governo non solo perché c'è chi l'ha votato (e al sud nel 2001, ricordo, Forza Italia stravinse), ma soprattutto perché l'opposizione gliel'ha permesso. La cosa grave è che sta accentrando su di sé tutti i poteri. Ma scusate: dove è andato a finire il buon proposito di rinominare un nuovo ministro degli esteri? Berlusconi lo promise davanti a tutti gli ambasciatori italiani nel mondo, riuniti a Roma la scorsa estate. Ve lo ricordate? Tutte frottole. E il contratto di finanziamento del Meridione? Ora lo gestisce lui, in prima persona.
Berlusconi è la testa d'ariete di un sottobosco marcio, malavitoso e ripugnante che si sta impadronendo sempre più dei nostri beni e della coscienza di troppa gente.
Personalmente mi trovo d'accordo con Cofferati, che sostiene come non esista più unione all'interno della coalizione di sinistra e come non ci sia di fatto opposizione. Mi fanno rabbia e mi indignano i vari Fassino, D'Alema, Rutelli e Bertinotti, sempre pronti a criticare, sempre pronti a riciclarsi nel "volemose bbene", ma mai pronti ad agire quando lo si deve fare. Sono burattini che assecondano il potere e balbettano "opposizione", fingono contrarietà, ma sono indeboliti da altri interessi.
La legge italiana fa gli interessi dei politici (immunità) e dei potenti. La legge sta cambiando. La legge non sa più chi deve difendere, né chi siano i buoni o i cattivi. La legge sembra far rispettare la creatività dei furbi a scapito della trasparenza degli onesti.


L'ODORE DEI SOLDI (8) - Nalla mia ultima pensàta dedicata al libro "L'odore dei soldi" ho parlato delle numerose holding create dal team di Berlusconi negli anni '80 e '90, allo scopo principale di riciclare denaro mafioso reintroducendolo nei canali classici economici italiani. Il secondo scopo di questa oscura operazione finanziaria, dipendente dal primo e interpretabile anche come una sorta di "premio", fu quello di aumentare il capitale societario Fininvest e di tutta la baracca Berlusconi (mi si consenta il francesismo :).
Ciò che riuscirono ad organizzare Berlusconi e Dell'Utri fu una colossale truffa ai danni dello Stato e un rafforzamento assai illegittimo dei rapporti tra Berlusconi e la mafia siciliana.
Adesso, invece, parlerò della nascita di Mediaset e di come essa, nel giro di pochi anni, riuscì a diventare il secondo polo televisivo nazionale, scalzando dal podio la televisione di Stato e modificando la legge, nonché conquistando terreno sulle aziende concorrenti, perseguendo canali discutibili.
Vi chiedo ancora una volta di intervenire nella zona commenti, e per correggere mie eventuali imprecisioni, e per far sentire la vostra voce in merito. Grazie.
Questa fase "televisiva" si colloca in seno alla precedente, poiché molte delle Holding di cui si è parlato la volta scorsa erano aziende televisive locali o sub-locali, sparse in tutt'Italia, soprattutto al Sud (isole comprese), buchi micragnosi che trasmettevano spot di maghi e televendite.
Berlusconi, Galliani (sì, quello della lega Calcio, proprio lui, quello che prima di incontrare Silvio installava antenne, poi divenne il referente principale della rete delle Holding e poi fu sistemato, da pascià, a capo del Milan e della Lega Calcio, con tutti i conflitti di interesse che abbiamo visto la scorsa estate...) e Dell'Utri, con un paio di mosse da veri bluffisti del poker, riuscirono non solo a creare dal nulla una serie imbarazzante di piccole emittenti televisive (sempre col solito trucchetto dei prestanome o attraverso le classiche trattative di compra-vendita), ma anche a collegarle fra loro, costruendo a poco a poco una vera e propria "rete" nazionale televisiva privata, una specie di ragnatela catodica che trasmetteva, in differita, i programmi Mediaset.
Dopo aver creato o comperato molte emittenti locali, Berlusconi organizzò uno scaltro escamotage che gli permise di iniziare a trasmettere in tutt'Italia lo stesso programma alla stessa ora del giorno, pur senza possedere il diritto della diretta e senza che esistesse un'emittente radiotelevisiva unica: dalla sede principale di Milano partivano centinaia di videocassette (vhs) pre-registrate, destinate a tutte le emittenti locali affiliate, polverizzate su tutto il territorio nazionale. Come potete immaginare l'effetto ingenerato era una perfetta sincronizzazione delle trasmissioni, dato che ogni emittente mandava in onda i programmi delle vhs all'ora prestabilita da Mediaset.
Con il colpo di coda di Craxi, alla fine degli anni '80, se non ricordo male, Mediaset ottenne, con tanto di legge (Mammì) l'identità di Rete unica con diritto alla diretta. Grazie poi al governo lampo Berlusconi del '94 e al famigerato decreto "Tremonti" di quell'anno, Mediaset mise le grinfie su centinaia di milioni di materiale cine-televisivo, pagandolo un'inezia e addirittura (quasi non lo si crede ma sembra che sia proprio così) contravvenendo alla legge. Fu, insomma, una mossa da maestri della truffa: il decreto fu redatto su misura, ma pur nella sua ovvia parzialità, venne puntualmente violato (si sa, nessuno è perfetto, e così il ladro ruba e lascia le impronte digitali...). Dunque, uno scandalo nello scandalo.
A ben leggere, un nuovo obiettivo previsto dal venerabile Gelli era stato raggiunto: con questa tripla mossa (una privata e poi una doppietta parlamentare) non esisteva più solo la Tv di Stato ed il secondo polo televisivo iniziava in pompa magna un avanzamento di potere insperato, e nei profitti e nella versatilià, conquistando non solo le tasche degli italiani, ma anche la loro fiducia.
Ed è qui, sotto agli occhi di quasi 60 milioni di italiani, che si strinse un patto forte e cinico tra industrialotti milanesi, parlamentari socialisti ed ex-democristiani, mafiosi siciliani e massoni interregionali.
La cosa, letta con la coscienza di oggi, ma fa veramente rabbrividire...
(to be continued... attendo vostri commenti, mi raccomando, grazie :)


lunedì, ottobre 21, 2002


WHAT WOMEN WANT - La storia di copertina di OutlookIndia di questa settimana è un sondaggio su cosa vogliono le donne moderne indiane da un rapporto coniugale (o più semplicemente da un rapporto amoroso). "...We wanted to find out what is it about the male that the Indian woman loves and what she loathes. The results are surprising - or expected, depending on what you assumed.". Questa indagine si è rivelata molto interessante e credo sarebbe divertente da riproporre nel proprio privato. Il risultato del sondaggio è sorprendente e tutto da leggere: a voi i commenti :)


ERIC SCHLOSSER - Non solo in Italia esiste l'annoso problema dell'immigrazione, ma anche in altri Paesi industrializzati. Gli Stati uniti sono il Paese maggiormente afflitto da questo problema, non perché l'immigrazione sia di per sé "un problema", ma perché lo diventa se mal accolta e mal gestita. Eric Schlosser racconta chi sono los jornaleros americani e come essi, immigrati mal accolti, cerchino di sopravvivere in città dove i loro diritti sono calpestati quotidianamente. Migliaia di messicani all'anno varcano il confine statunitense, in cerca di lavoro, e finiscono col diventare los jornaleros, ovvero braccia in affitto, sfruttate senza complimenti. I jornaleros sono i lavoratori a cottimo, in prestito, che svolgono una determinata mansione in un giorno soltanto, senza avere la sicurezza di una continuità lavorativa né la certezza di un salario. Non possiedono un nome, non un'identità storica: sono forza lavoro, strumenti di possesso moderno di chi trova vantaggio nell'assoldarli per poco, come soldati mercenari dell'edilizia o della basa industria di quartiere. Spesso questi messicani lavorano 12-15 ore continuative senza esser pagati oppure finendo coll'esser remunerati con meno della metà della cifra pattuita all'inizio giornata. I jornaleros lavorano senza assicurazione, in mezzo a rischi, maneggiando materiali pericolosi senza protezione e, soprattutto, lavorando in nero. Sono fantasmi sfruttati fino all'ultima goccia di sudore, uomini disperati e straziati dalla miseria che si adattano a qualunque tipo di lavoro. I jornaleros sono la spia di un fallimento istituzionale americano, il fallimento della "libertà" proclamata dal paese dei diritti, il fallimento della democrazia e del rispetto. Il lavoro, l'unica autentica risorsa di vita e dignità, sta divenendo sempre più strumento di sottomissione e di penalizzazione, di riclassificazione sociale. Questa cruda immagine si ripete ogni giorno anche in Italia, dove migliaia di africani e cittadini dell'est europeo diventano los jornaleros del Bel Paese.


domenica, ottobre 20, 2002


SUSANNA TAMARO - Come credo sappiate, sono affascianta non solo dalla scrittura e dagli scrittori in genere, ma soprattutto dalla loro vita e da come essi si sono avvicinati al mondo magico, complesso e profondo dela scrittura. Oggi, dopo aver letto un post di Chiara, ho visitato il sito di Susanna Tamaro e vi riporto un suo brano tratto dalla sua succinta biografia: "1981. Scrivo il primo libro, Illmitz. È il nome della località dove l'ho scritto, un piccolo paese posto in una grande zona umida al confine tra l'Austria e l'Ungheria. Stavo lì perché fino ad allora la mia grande passione non era la scrittura ma le scienze naturali e l'ornitologia. L'ho scritto di getto, in un mese. Tutto il resto del mondo, in quelle poche settimane, ha cessato di esistere. Ne sono uscita tramortita, non sapevo cosa farne. [...] Negli anni seguenti ho scritto diversi altri libri, che sono stati regolarmente rifiutati. Però ormai avevo la certezza che scrivere sarebbe stata la mia vita." Ho letto diversi libri della Tamaro, che mi sono piaciuti abbastanza, dei quali vi consiglio "Anima Mundi". Di lei ammiro la capacità di scendere in profondità nell'animo umano, di sondare i sentimenti. Conserva sempre una scrittura morbida e scorrevole, a volte turbata da brusche impennate di energia. Il suo percorso formativo le ha permesso di coltivare le sue doti di sceneggiatrice, vincenti non solo nei suoi romanzi, che si gustano come lungometraggi, ma anche nelle sue fiabe per bambini. Sarà banale la mia prossima frase, ma la ritengo ineluttabile: conoscere la vita dello scrittore aiuta non solo a meglio comprenderne l'opera, ma anche ad apprezzarne lo stile, le idee ed il coraggio. Ogni scritto, in fondo, è una prova di coraggio, su di sè e verso gli altri. Il coraggio è la volontà di mettersi in gioco, per lo scopo che si vuol perseguire e per rischiare anche ciò che potrebbe restarsene bello tranquillo in soffitta. E se credi di aver qualcosa di interessante da dire, il passaggio obbligato della tua parola sarà il rischio.


PREMIO PER LA PACE A BENIGNI - "ROMA - Roberto Benigni protagonista anche al summit dei Nobel per la Pace, a Roma. Il regista di "Pinocchio" ha ricevuto dalle mani dell'ex presidente Michail Gorbaciov il premio "Uomo della pace"...(la Repubblica)" Questa è una bella notizia, e perchè uno come Michail Gorbaciov ha insignito Benigni di un tal nobile riconoscimento, e perchè si è parlato di PACE in termini ufficiali, quale unico rimedio ai conflitti tra i popoli, mentre nel nostro paese a poco a poco maggioranza ed opposizione si stanno allineando alla posizione offensiva Bush-Berlusconi-Blair. "Tutti i popoli vogliono la pace - ha detto Benigni - ma non tutti i governi. Citerei il presidente americano Franklin: non esiste una buona guerra come non esiste una cattiva pace. Perché tutte le guerre sono orribili e evitabili. I pacifisti devono essere i veri conquistatori del mondo..."


venerdì, ottobre 18, 2002


GUCCINI DOTTORE - Per tutti gli amanti della poesia e del pensiero di Francesco Guccini segnalo che il cantautore riceverà, lunedì prossimo, la laurea ad honorem in Scienze della formazione: "REGGIO. Lunedì, alla Cavallerizza, il cantautore bolognese Francesco Guccini riceverà la laurea ad honorem in Scienze della formazione. Davanti a un folto corpo accademico, composto dai docenti delle università degli studi di Modena e Reggio e dell'Alma mater studiorum dell'università di Bologna, lunedì alle 11, al teatro della Cavallerizza di viale Allegri, il cantautore bolognese Francesco Guccini riceverà dalle mani dei rettori dei due atenei emiliani, Gian Carlo Pellacani e Pier Ugo Calzolari, la laurea ad honorem in Scienze della formazione primaria. (da La Gazzetta di Reggio, 18 otobre 2002)" Dopo Benigni, l'alloro cingerà il capo di un altro grande poeta italiano.


NINO GIUFFRÈ - Il corleonese Antonino Giuffrè è uno dei pochi pentiti mafiosi che ha deciso di collaborare con la giustizia. Nino è soprannominato "il mafioso della montagna" ed apparteneva al clan dei corleonesi, quelli di Riina e Provenzano, per intenderci, che alla fine degli anni '80 prese il potere di Cosa Nostra, occupando le sedie della Commissione, dopo aver spodestato il clan palermitano. I mafiosi corleonesi, ho appreso, sono gente dura, di poche parole, spiccia, poco raffinata ma abituata ai disagi delle lunghe latitanze e, dunque, ai fini della gestione di Cosa Nostra, assai più forte e furba del precedente clan palermitano. Ieri, nell'aula bunker del tribunale di Padova, Giuffrè ha rivelato molti sconcertanti e attesi particolari su Provenzano e sulla logica mafiosa corleonese. "Provenzano non aveva mai bisogno di chiedere - ha detto Giuffrè - Lui è fatto in modo tale che non ti chiede niente, ma con le sue frasi si muove, ti avvolge, ti circonda, sin quando alla fine tu gli dici quello che hai capito che vuole sapere da." Il mafioso della montagna ha anche chiarito molti comportmenti di Riina e della cupola, spiegando perchè la mafia agli inizi degli anni '90 abbandonò la Dc per il partito di Craxi. Provenzano accettò questo cambiamento, ma con profondi dubbi e timori. Riina invece era convinto che tale passaggio politico di sponda avrebbe migliorato le cose (e con questa notizia mi riallaccio ad una delle ultime puntate della mia recensione-telenovela su "L'odore dei soldi"). L'effetto clamoroso che ebbero le stragi di Capaci e di via D'Amelio scossero Provenzano e lo misero sull'attenti: egli si convinse ancora di più dei due errori fatti: l'omicidio di due magistrati che da morti avrebbero fatto più danni che da vivi e l'abbandono della Dc per abbracciare un partito poco fidato e poco promettente. "Provenzano non partecipava mai alle riunioni della cupola, e ciò per due ragioni: se durante un blitz Riina fose stato arrestato, o se l'improvvisa esplosione di contrasti tra i capi mafia avessero provocato l'uccisione di Riina, almeno un corleonese sarebbe rimasto fuori, libero e vivo. Per continuare a guidare Cosa Nostra..." Questa lunga e ricchissima deposizione di Nino Giuffrè ha sciolto molti dubbi e offerto molte importanti spiegazioni assai utili per capire sempre meglio cosa c'entrano Craxi, Berlusconi e Dell'Utri con la mafia ed in che modo Cosa Nostra collaborava col governo da Andreotti in poi (o forse sarebbe più corretto dire il contrario). L'analisi della cupola e dei comportamenti mafiosi che ha proposto Giuffrè, nonchè la riflessione attenta e particolareggiata che egli stesso ha delineato sulla personalità di Provenzano, hanno aperto una finestra sul passato alle autorità giudiziarie e a noi comuni cittadini: questa finestra illumina ora fatti di cornaca agghiacciati, riesumandoli alla luce della consapevolezza e della verità storica.


BANANAS - Tutti i giorni su l'Unità Marco Travaglio cura una rubrica che si intitola Bananas che rappresenta un appuntamento imperdibile per chi ama l'ironia e l'ostinazione per le indagini e la verità di questo giornalista. Sul numero di ieri Travaglio ha parlato dei "terzisti" ovvero della nuova corrente di intellettuali, giornalisti e politici che non si schierano, quelli cioè che non stanno nè con Berlusconi nè contro di lui. Il termine "terzisti" non è di Travaglio, ma di Paolo Mieli, giornalista di Sette del Corriere. Piero Ostellino, editorialista del Corriere, pare ne sia il capofila. Ma Travaglio insiste su di un altro punto, sul fattto cioè che si è dato erroneamente del "terzista" a Montanelli, allo stesso Indro che ha sempre criticato aspramente Berlusconi e la sua cricca, definendolo "la feccia che risale il pozzo". Speriamo che Indro non se la prenda troppo per queste offese che i mezzi vivi gli rivolgono. Lui da lassù è più vivo che mai e con la "Sua Storia" ricuce e ritaglia ferite e avvertimenti durevoli nel tempo e resistenti all'ipocrisia. La coerenza, il coraggio e la dignità non sono mai state così estranee al giornalismo come in questi mesi di governo delle banane.


SCIOPERO PER L'ITALIA - Proprio per oggi, in tutt'Italia, la CGIL ha indetto lo sciopero generale nazionale in difesa dei diritti di cittadini e di lavoratori, voluto per proteggere scuola, sanità e famiglie. un sacco di gente è scesa in piazza. è Storia.


giovedì, ottobre 17, 2002


LAV - Su segnalazione di Chiara vi ricordo che sabato 19 e domenica 20 ottobre 2002 in tutte le principali piazze italiane si svolgerà una raccolta di firme, organizzata dalla Lega Anti Vivisezione (LAV), contro il maltrattamento degli animali. L'iniziativa è promossa "a sostegno del Disegno di legge per il cambiamento degli articoli 727 (Maltrattamento di animali) e 638 (Uccisione o danneggiamento di animali altrui) del Codice penale. [...] Presso i tavoli LAV sarà possibile firmare la petizione che chiede al Governo e al Parlamento l'introduzione dell'arresto da 1 mese a 2 anni e sanzioni fino a 6mila euro per chi si macchia di simili violenze, così come succede da decenni negli altri Paesi europei.". Consultate la lista delle piazze italiane per sapere dove potrete trovare gli stand della LAV e firmare la petizione. Diamo una mano alla legge italiana, essa aiuterà a proteggere gli animali dalla violenza degli uomini.


martedì, ottobre 15, 2002


CRONACA NERA - Vorrei fare un breve inciso sulla cronaca nera che tanto imperversa in queste settimane sulle reti nazionali italiane, in particolare sui telegiornali della rai. Di fronte a tanta prolifica efferatezza (padri di famiglia che sterminano i propri affetti, fidanzati che si sgozzano, studenti che si accoltellano, e così via..) non ci si può non domandare perché si verificano tanti omicidi così ravvicinati nel tempo e perché, poi, la stampa ci ricama tanto sopra. Ricordo che 10-15 anni fa in edicola usciva un settimanale di cronaca nera: si intitolava "cronaca vera", mi pare, ed era così lugubre, così cupo e freddo, che ti si rivoltavano le budella al solo scorrere i titoli di copertina. La prima considerazione che faccio è che probabilmente la gente legge ed ascolta di queste cose volentieri, con ardore e partecipazione, tanto quanto è appassionata dal gossip. La seconda considerazione, che per la verità si legge un po' ovunque, è che in televisione, anzi peggio, nei telegiornali non si parla d'altro non perché non sia successo nient'altro, ma perché nessuna, o quasi, testata d'informazione televisiva osa pestare i piedi alla maggioranza, raccontando cosa sta accadendo nel nostro paese. La cronaca nera è insomma diventata una forma piuttosto originale e macabra di censura, di deviazione dell'informazione, una specie di ninnolo per lo spettatore medio, che in questi giorni si aspetta solo notizie terribili (visto come vanno le cose...) e dunque ritrova, nella "nera" ciò che il suo presentimento di cittadino violentato dall'iniquo potere gli presagiva. Ma è poi vero che la gente non si è mai ammazzata così tanto come in questi anni? Direi di no: secondo molti esperti in materia la gente si uccide con la stessa frequenza di prima, di un secolo fa. Invece stanno cambiando i motivi per cui lo si fa. Una volta, e parlo di almeno 50, 100 anni e più fa, ci si ammazzava per onta, per cause logiche di conquista, di potere, di vendetta. Oggi è quasi la noia a far uccidere o, come direbbe Vittorino Andreoli, è la stessa voglia di farlo: "ci si uccide per uccidere", senza motivo. Da non crederci. E di questo assurdo disarmante sono certamente responsabili la nostra società, con il suo vuoto di valori sconcertante, le famiglie sempre più silenziose e disaggregate, indifferenti a tutto, soprattutto ai sentimenti, la scuola passiva ed anonima, la moda fittizia, i falsi miti, la delusione istituzionale. Frasi fatte, retorica e banane fritte. Lo so, ma è così che va. Un tizio, durante la puntata del Costanzo Show di qualche sera fa, ha detto: "Ci si meraviglia tanto di tutti questi minorenni che ammazzano gente. Ma questi minorenni agiscono disincantati e tranquilli, senza senso di colpa, perché sanno che la legge non li toccherà. Hanno imparato la regola dell'impunità. Basti seguire cosa accade al governo e quali leggi vengono a tutt'oggi approvate. Si proclama la legge dell'impunità ogni santo giorno." Di fronte a questa esternazione d'indignazione non ho potuto che scuotermi. Dove stiamo andando? Dove arriveranno, di questo passo, i nostri bambini?


VASSALLAGGIO - Su Le Monde Diplomatique di questo mese (letta in versione italiana distribuita col Manifesto di oggi) un editoriale di Igracio Ramonet dice ciò che il mio umore critico avrebbe voluto dire, solo che lo fa molto meglio, utilizzando termini più corretti e maggiore durezza, nonché un pizzico di ironia. La sostanza dell'articolo, che si intitola "Vassallaggio" è che la maggior parte dei Paesi del Mondo, ed in particolare quelli europei, ha un atteggiamento di vassallaggio nei confronti della "superpotenza" USA. "Un impero non ha alleati, ma soltanto vassalli. Sembra però che la maggioranza degli stati membri dell'UE abbia dimenticato questa realtà. Ed il fatto ancora più drammatico è che molti di noi, stampa compressa, non se ne sono accorti o comunque hanno accolto questo atteggiamento piuttosto unto e servile senza alcuna sorpresa, anzi, forse infastiditi da reazioni contrarie. È vero infatti che ultimamente chi ha il coraggio di contrariare voci di governo, siano esse statunitensi, siano esse europee (e nel nostro caso italiano) viene immediatamente etichettato come sovversivo, antidemocratico, e nemico della giustizia. Tanto per capirci: i milioni di noi che hanno detto NO alla guerra in Afganistan prima, e contro quella all'Iraq dopo, sono stato bollati dal nostro governo, e da buona parte della stampa italiana, come violenti sovversivi, facinorosi, teste calde e cose pittoresche di questo genere. Verrebbe da commuoversi per tanto spreco di fantasia e raccapricci grammaticali nel descrivere i comportamenti audaci dei propri cittadini, ma sorvoliamo. "L'architettura geopolitica mondiale ha al suo vertice un'unica iper-potenza: gli Stati uniti, i quali dispongono di una forza militare ineguagliata (come si autodefiniscono gli americani) e non esiteranno ad agire soli, se necessario, per esercitare il [loro, N.d.R.] diritto all'autodifesa, mediante azioni preventive. Una volta identificata una minaccia imminente, l'America interverrà prima ancora che la minaccia si concretizzi. Ecco: l'autodifesa preventiva era stata vietata nel 1648, in un trattato internazionale, detto "di Westfalia". Poi nel 1941 arrivò Hitler e con quel trattato si pulì gli stivali (e poi tutti sappiamo cosa accadde, anche col Giappone, Pearl Harbor etc?). Non si può fare la guerra ad uno Stato che non ha attaccato, ma che forse, in un futuro, potrebbe divenire offensivo. Non si può attaccare sulla base di "supposizioni", di "previsioni", di "pareri militari personali preventivi". Questa non è "autodifesa". Fino a prova contraria è "attacco". Quello che Hitler fece col trattato di Westfalia, Bush l'ha fatto col trattato di rispetto e collaborazione che sigla l'ONU. Il Mondo ha volutamente piegato la testa al signore del petrolio, al texano dalla faccia di gomma. "Nessuno infatti ignora che al di là degli argomenti avanzati, uno dei principali obiettivi della guerra annunciata contro l'Iraq è effettivamente il petrolio." Come dire: tutti sanno, nessuno dice. Forse è vero dire anche che tutti alla fine, dopo el bombe e dopo l'arroganza, mangeranno una fettina di quella torta. Sarà dunque un banchetto nuziale, tra gli States e il resto del Mondo, o più precisamente sarà la funerea capitolazione della democrazia sulla Terra? "Può l'Europa opporsi" a questa sciagura? Ramonet sostiene di sì, solo però se l'UE sarà capace di ricordarsi che all'interno di NATO e ONU gli Stati sono "partner" e non "vassalli". Qui occorrerebbe il fido Zanichelli...


domenica, ottobre 13, 2002


INTERNET NEWS - Nel numero di Ottobre di Intenet News, in edicola proprio in questi giorni, troverete un bellissimo articolo di Antonio Cavedoni, "Weblog: le molte facce di una scatola di idee" (a pag. 32). Segnalo inoltre le 4 interviste rilasciate da 4 bloggers italiani: Leonardo, La Pizia, Massimo Mantellini e Frederic Argazzi. Le ho lette con appassionata simpatia ed emozionata partecipazione. Complimenti ad Antonio che, come sempre, ha fatto un gran buon lavoro (e buon Erasmus in quel di Bristol!) :) (attenzione: post ad alto contenuto di links...)


sabato, ottobre 12, 2002


L'ODORE DEI SOLDI (7) - Nella mia pensàta precedente dedicata al libro "L'odore dei soldi" ho parlato della nascita di Forza Italia e degli scopi principali di questo partito. Non è mia intenzione approfondire ora questo tema, e perché l'attualità di questi giorni è abbastanza eloquente da sé e perché vorrei avanzare nell'indagine sulle fortune misteriose di Berlusconi. Gli argomenti che toccherò sono due o tre, non di più, corredati da commenti del caso. Il libro di Travaglio e Veltri è assai ricco di particolari e di indagini attente che scavano la storia di Berlusconi esattamente come quando si pela una cipolla: strato dopo strato si arriva alla "verità", che verità, al fine , forse non è, visto che Berlusconi conserva nel suo armadio moltissimi scheletri e chissà cosa salterà fuori prossimamente. Credo che Berlusconi sia una specie di dannato che ha venduto l'anima al diavolo pur di arricchirsi. Vi consiglio vivamente questo libro, anche se credete che Veltri sia di parte o sia inattendibile, perché vi farà comunque riflettere.
Il prossimo argomento che tratterò è come hanno fatto Publitalia e Fininvest a moltiplicare così in fretta il loro capitale sociale e ad accumulare così tanto denaro, senza peraltro giustificarlo attraverso un'attività florida o produttiva. Il meccanismo è diabolico e degno della mafia più preparata e attenta. (Non dimentichiamo però tutto il sottobosco politico che giace dietro a questo torbido affare che sono Fininvest prima e FI dopo). Dietro a queste aziende nacquero e morirono a gran velocità una serie sconsiderata di azienducole (quasi una 40_ina) denominate Holding, che avevano il semplice scopo di far transitare soldi, coprendo degli illeciti e fornendo dei prestanome. Molte Holding nacquero dal nulla, intestate a pensionati, a mezzi parenti di amici di amici, a gente che a momenti manco sapeva di essere l'intestatario di una ditta con capitale sociale di 20 milioni o più. Le stesse scomparivano alla medesima velocità con la quale nascevano. Questo fu tutto un "teatrino finanziario" dalla portata economica imbarazzante. Perché si creò questo giro di aziende? Perché fu intessuta questa fitta rete di aziende fantasma, di scambi, di prestanome, di falsi intestatari? Per due motivi: Berlusconi aveva bisogno di denaro, per realizzare tutti i progetti di cui si è fatto cenno e per creare, come vedremo, la prima rete nazionale televisiva privata; la mafia invece aveva bisogno di un "canale sicuro" per i suoi affari. Questa rete fu la prima grande mossa per far entrare denaro sporco nel mercato italiano e, successivamente, per riciclarlo.
La fitta rete di Berlusconi ha riciclato, per quasi 30 anni, miliardi e miliardi di lire sporche, munte dalla mafia e ripulite attraverso le aziende collegate a Fininvest, secondo una furba logica che apparentemente non violava la legge. Per questi reati plurimi Berlusconi e Dell'Utri sono stati indagati nel '96 e molte accuse, per loro fortuna, sono cadute in prescrizione. Berlusconi durante questi processi disse anche "Io sono l'unico politico in Italia che i soldi ce li mette anziché rubarli." A ben considerare non disse una bugia, salvo che quei soldi "puliti" non erano, e vennero poi utilizzati per scopi non proprio probi. Molti di questi miliardi vennero esportati all'estero, in particolare in svizzera, su banche che servirono come appoggio ai canali di tangentopoli gestiti da Previti e compagnia bella. Come si può evincere, il legame tra il gruppo Berlusconi, Tangentopoli, P2 e mafia si fa sempre più chiaro, stretto ed inequivocabile, alla luce dei fatti.
Bastano questi sospetti, più che legittimi, per fare cadere il governo?
Aggiungo l'ultima cosa: l'incubo del "conflitto d'interessi" già aleggiava su Berlusconi e FI, ma l'opposizione di governo, come ben sappiamo, non fece nulla per impedir loro di avanzare in politica. Ora mi chiedo: che cosa nasconde in realtà la sinistra? Chi è in realtà D'Alema? Che scheletri stanno insabbiando Bertinotti e gli altri?
(to be continued... attendo vostri commenti, mi raccomando, grazie :)


L'ODORE DEI SOLDI (6) - Nel mio post precedente dedicato al libro "L'odore dei soldi" ho parlato di un cambio politico al governo italiano, inteso come un cambio di uomini di fiducia che rappresentassero un ponte sicuro, legislativo e finanziario, tra Mafia e Stato. Forza Italia fu creata dal nulla e alla sua fondazione, al suo assetto, partecipò attivamente anche Bettino Craxi, forte dell'amicizia con Berlusconi. Mi scuso nuovamente per il mio linguaggio impreciso e claudicante e anche delle poche fonti che posso offrire al momento, ma spero ugualmente potrete seguire questa mia privata e dolorosa analisi della storia d'Italia di fine secolo scorso, con l'intento di capire insieme cosa sta succedendo. Il partito F.I. venne creato dal nulla, assoldando anche professionisti di rilievo con l'incarico di formare i "nuovi dirigenti" del partito. FI è in realtà un vero e proprio partito azienda, che nasce dalle radici di Fininvest e Publitalia e che persegue, quali scopi principali ma semi-taciuti, due obiettivi cardine: conquista della maggioranza di governo e con essa rafforzamento dei rapporti con mafia e massoneria italiana, per favorire certi interessi di Cosa nostra e salvare dalla galera un sacco di gente, Previti, Dell'Utri e Berlusconi compresi. Non lo si creda un puro servilismo alla mafia, ma piuttosto un "una mano lava l'altra", poiché Berlusconi favoriva (e favorisce) se stesso.
Chiedo scusa, ma parlare di queste cose mi agita terribilmente e mi fa salire una nausea tremebonda e rabbiosa.
Le cose dentro FI procedettero alla velocità della luce. Il partito venne creato a metà del '93 e si presentò alle elezioni del '94. Mi pare anche iniziò una propaganda di marketing tesa ad incamerare il più alto numero di iscritti possibile, attirati da promesse di "lavoro" e di ideali finanziario-economici assolutamente fittizi quanto assurdi. Un sacco di ragazzi si iscrissero, ve lo ricordate? Mi parve proprio una campagna di "arruolamento" in puro stile legione straniera. I giovani tentarono quella strada "politica" ingannati da false promesse, da falsi ideali. Furono divorati da una ideologia privata, di parte, meschina.
Molti professionisti impiegati come "formatori" o consulenti, vennero licenziati e allontanati non appena diventarono "pericolosi" per gli oscuri progetti del partito. C'è da aggiungere che molti dirigenti lasciarono il partito negli anni successivi, dal '96 a oggi, perché consapevoli del "gioco sporco" di Berlusconi e colleghi. Voglio dire: c'è chi ha davvero creduto che FI poteva essere un "vero" partito politico, fondato su ideali di legalità di giustizia e di buon governo e una volta che si è reso conto che così assolutamente non poteva essere, si è visto costretto a presentare le dimissioni e ad uscire da quel girone infernale.
FI è una copertura, una testa di ariete, che ha sfruttato la fiducia degli elettori e la buona fede delle migliaia di persone che lì si sono iscritti. FI è anche la culla dei mafiosi e degli indagati di tangentopoli, di quei politici riciclati che per il loro torbido passato non avrebbero avuto nessun'altra occasione di entrare in parlamento. FI è un'associazione a delinquere legalizzata, accettata dall'Ulivo e della sinistra, applaudita dagli italiani e pianta da chi, deluso da Craxi, ha creduto che il "figlioccio" di Craxi potesse fare giustizia là dove il Bettino aveva volutamente fallito. Quanti ex socialisti hanno votato FI nel '94 e poi nel 2001? Tanti. Troppi. (E per favore, non applaudite a Stefania Craxi o al fratello Bobo, quando si arrampicano sugli specchi chiedendo "giustizia" per loro padre e straparlando mentre affermano che egli era un uomo "libero"?già, Craxi era libero di fare i suoi interessi privati, era libero di violare la legge, lui che, piccolo particolare, investiva la carica di primo ministro e avrebbe dovuto pensare al governo, mentre tutto ciò che ha fatto è stato "mentire" dal primo giorno della sua legislatura. Come adesso sta facendo Berlusconi. Buoni allievi si sa hanno sempre buoni maestri alle spalle... vabbè, divagazione del piffero, ma rabbiosa)
(to be continued... attendo vostri commenti, mi raccomando, grazie :)


L'ODORE DEI SOLDI (5) - Nel mio post precedente dedicato al libro "L'odore dei soldi" ho parlato di un'intervista rilasciata da Paolo Borsellino all'inizio del '92. Riporto un brano del libro: "?Due giorni dopo quest'intervista di Paolo Borsellino, il 23 maggio 1992, il Giudice Falcone - distaccato presso il ministero della Giustizia e candidato numero uno per diventare il primo Procuratore nazionale antimafia - salta in aria insieme alla moglie Francesca Morvillo e agli uomini della scorta sull'autostrada Punta Raisi - Palermo in località Capaci." Tutti ricordiamo quel giorno come uno dei più tragici e terribili della storia italiana moderna. L'omicidio di Falcone fu un chiaro attentato alla Giustizia nella sua totalità e un segnale cupo di oscuri presagi sul governo e sui rapporti tra lo stesso e la malavita mafiosa. La morte di Borsellino qualche mese dopo avvallò questo timore e da allora l'Italia intera rivive con sgomento e rabbia quelle perdite preziose e quell'offesa profonda alla dignità di cittadini, di uomini, di persone che credono nella giustizia, nella legge uguale per tutti e nella libertà. Riprendendo la domanda con la quale vi avevo congedati la volta scorsa, proverò a procedere in questa difficile e dolorosa analisi.
Perché ad un certo punto della storia di Fininvest e Forza Italia si tirano in ballo le stragi che assassinarono Falcone e borsellino?
Le due stragi ebbero diversi scopi, tra i quali spiccava l'intenzione di cambiare profondamente l'assetto politico del governo, promuovendo l'avanzamento di "persone di fiducia" che potessero stringere più sicuri rapporti di collaborazione con la Mafia, ovvero lo scopo era quello di favorire l'entrata in scena di personaggi potenti finanziariamente che avrebbero certamente potuto rivestire un ruolo legislativo. Berlusconi e Dell'Utri figuravano tra queste persone, soprattutto in qualità di intermediari con Craxi e massoneria italiana. La Mafia avrebbe così potuto mettere letteralmente le mani sulle leggi e favorire i suoi interessi, con la benedizione dei politici. Ora non vorrei peccare di "analisi semplicistica", ma le cose andarono veramente così: spesso i fatti sono più semplici di quanto si creda e a volte le cause di alcuni determinati accadimenti sono così ovvie che non le vediamo. C'è da aggiungere che la stessa P2 in quegli anni aveva ordito un sottobosco di intenti e progetti che miravano ad indebolire fortemente la forza governativa e la coscienza civica nazionale. Licio Gelli stesso aveva stilato un promemoria di azioni che dovevano essere messe in atto il prima possibile, per "rivoltare dalle radici" lo Stato Italiano. Secondo un recente articolo di Travaglio queste "attuazioni" cui fa cenno Gelli sono state in gran parte realizzate durante i due governi Berlusconi (1994 e 2001), oltre a tutta una serie di cambiamenti legislativi che hanno favorito i mafiosi sotto processo (e questa è davvero storia recente).
Nel '94/'95 circa, se non ricordo male, Andreotti fu indagato e processato per l'omicidio Lima. I processi smentirono ogni presunto rapporto mafioso tra Andreotti e Riina, ma le cose stanno assai diversamente. Andreotti non è innocente come lo si vuol far credere. Egli fu colluso con la mafia in qualità di politico e di ponte di collegamento tra mafia e governo, per molti anni. Era il referente mafioso precedente il governo berlusconi, l'ancora di approdo della mafia al governo italiano. La lunga notte della DC portò anche questo lutto in Italia: un governo mafioso, in tutti i sensi. L'omicidio Lima, ebbe il significato anche di un chiaro atto punitivo nei confronti di Andreotti, il quale non aveva accettato di buon grado di suggellare ulteriormente l'alleanza con la mafia, mancando a qualche sua promessa e cercando di "uscirsene". Forse Andreotti non riusciva più a reggere quel ruolo di protettore e uomo fidato, la paura di essere scoperto lo aveva distrutto. Riina affermò infatti che uccidendo Lima prima e Falcone dopo, Andreotti sarebbe stato additato come politico mafioso e con questa onta avrebbe dovuto dire addio per sempre alla carica di Presidente della Repubblica. Infatti andò proprio così, solo che i suoi avvocati sono riusciti a "salvarlo" in extremis (e mi fa rabbia e ridere la gente che lo considera innocente, come uno che non ha niente da nascondere...). Meriterebbe la galera o almeno la radiazione immediata dalla politica. Ordunque: spazzato via un partito referente se ne deve trovare uno nuovo, per garantire un posticino caldo alla mafia al governo. Partito nuovo? Già, nuovissimo. Forza Italia fu creata dal nulla proprio a questo scopo, oltre che per assecondare gli illeciti interessi del suo fondatore e messia: Silvio Berlusconi.
(to be continued... attendo vostri commenti, mi raccomando, grazie)


venerdì, ottobre 11, 2002


ADHD - Avete mai sentito parlare della sindrome ADHD? Questa sindrome è una "malattia" che colpisce i bambini e che si esplicita in una forma acuta di irrequietezza ed iperattività. Bambini con questo disturbo faticano a prestare attenzione agli insegnanti, a stare fermi seduti in classe, a dedicarsi ad una determinata attività, e perciò non riescono a stare a scuola né altrove, senza provocare chiasso o agitazione. Inoltre sono irrequieti e nervosi a casa. Soprattutto a casa. Con oggi è la seconda volta che sento parlare di sindrome ADHD nel giro di due mesi: sul GRdue di stamani, infatti, un cronista ha intervistato uno psichiatra di Roma interrogandolo sul perché oggi circa 3000mila bambini italiani soffrano di questo disturbo e se ci sia un abuso di psicofarmaci per "curarli". Lo psichiatra, che opera anche in ospedale, ha affermato che sì, questa è una "malattia" in aumento e seria, ma non sussiste un "abuso" di psicofarmaci, e che l'uso degli stessi, però, in certi casi risulta d'obbligo, poiché questi bambini rappresentano un "elemento di disturbo" nelle famiglie. Ripeto: "un elemento di disturbo" nelle famiglie. Personalmente dissento da queste affermazioni e non condivido la tesi dello psicofarmaco-panacea. I bambini sono lo specchio di ciò che accade loro intorno e rappresentano il termometro del benessere del nucleo famigliare. Non dimentichiamoci che la stessa famiglia è la prima causa di felicità nelle persone ma anche il primo pugnale di infelicità. L'ADHD ritengo sia una di quelle sintomatologie che "avvisano" la presenza di qualcos'altro, di una "malattia" più estesa, che investe "più persone", oltre al fatto di sottolineare un malessere puntuale, definito, che riguarda un solo individuo, nelle sue forme più prettamente "fisiche". Insomma, l'ADHD ritengo sia una "malattia della famiglia", come tante altre meno devastanti o meno acute che si manifestano sui più deboli. L'ADHD andrebbe affrontato radicalmente, mettendo in discussione la situazione famigliare ed ambientale che gravitano attorno al bambino, affrontando nodi al pettine che originano dai genitori. Noi siamo ciò che viviamo: la componente ambientale è assai importante (e in certi casi prevalente) nel forgiare il nostro carattere, la nostra individualità. Questa sindrome è figlia del progresso, è presente come un tumore dilagante nei paesi industrializzati e attacca le energie più giovani, il nostro "futuro": i bambini. Come la depressione ed il panico, anche questa forma di disagio individuale nasce in seno al troppo benessere, alla ricchezza inefficiente e mina il castello di certezze plastificate di troppe famiglie, illuse da messaggi sociali distorti. Non a caso risulta molto diffusa negli Stati uniti, dove l'uso degli psicofarmaci per curarla è in realtà un abuso, ed ha ingrassato le budella di industrie farmaceutiche come la Novartis. A volte penso che l'ADHD sia la testa di ariete per promuove e consolidare l'uso di determinate medicine e che ci sia uno strano meccanismo di collaborazione tra chi cerca malati da curare e chi trae vantaggio nel fornirgliene. Ma di una cosa sono certa: a parte qualche caso eccezionale, ritengo che spesso non sia l'individuo ad essere un "malato mentale", ma che lo sia la sua intera famiglia. Ma dico io: voi somministrereste psicofarmaci a vostro figlio senza conoscere esattamente il significato del "perché" sta male?


mercoledì, ottobre 09, 2002


LEONARDO - Anche questa mattina la lettura del blog di Leonardo mi ha fatto riflettere e ridere sulle nostre disgrazie nazional popolari. Mi piace leggere le riflessioni di Leonardo perchè esse sono allo stesso tempo serie ed ironiche. "Vorrei tranquillizzare Rasmussen: noi non ridiamo delle battute di Berlusconi: ridiamo di lui. Come Berlusconi ben sa, del resto. E il giorno dopo non c'è divisione della sinistra che tenga: la battutaccia di Berlusconi va nel titolo di prima pagina anche su "Libero". Coi tempi che corrono, tagli, licenziamenti, arruolamenti, quell'uomo se le inventa tutte per distrarci. È una risorsa nazionale ? l'ultima che ci resta, ahimé. Senza di lui, di cosa rideremmo? Saremmo spacciati, sottoterra, una triste "history" che nessuno conosce, e nessuno vuole sentirsi raccontare. (da Impariamo l'inglese con SIlvio, di Leonardo)" :)


domenica, ottobre 06, 2002


FRANCESCO GUCCINI - Una mia cara amica ci racconta perchè ama Guccini e la sua poesia. Mi piace quando gli amici raccontano di sè attraverso le spiegazioni delle loro passioni. Non è tanto importante cosa si legge o ascolta (almeno non del tutto, non mi si prenda troppo alla lettera), quanto cosa si prova nel farlo e chi siamo noi attraverso quelle parole, quel suono, quei fatti. :)


L'ODORE DEI SOLDI (CHIOSA 1) - Prima di proseguire il nostro viaggio artigianale sulla storia di Forza Italia e di Berlusconi, sospeso alla puntata 4, faccio la prima chiosa su questo lungo e articolato discorso, sul quale vi chiedo ancora una volta di intervenire e di apportare correzioni qualora io risultassi inesatta o insufficiente nelle mie piccole riflessioni. Oggi in Rete, questa mamma generosa dell'informazioine, ho trovato alcune informazioni utili ai fini del mio tentativo di comprendere che cosa sta accadendo in questi mesi al governo e CHI sia l'Italia. Curzio Bettio, sul sito arcipelago.org, stila una lista di nomi "scottanti", nomi degli appartenenti alleliste di Forza Italia e che operano al governo, dal passato "torbido e indecente", politici "sospetti". Questa lista è contenuta in un suo articolo "A che punto è il programma del governo Berlusconi?", assai eloquente, ed ora ve la copio qui sotto:

BERRUTI MASSIMO MARIA (F.I.): arrestato per corruzione negli anni 80, condannato per favoreggiamento
BIONDI ALFREDO (F.I.): ha patteggiato una condanna per frode fiscale
BONSIGNORE VITO (C.C.D.): condannato a 2 anni per corruzione
BRANCHER ALDO (F.I.): accusato per aver pagato una tangente di 300 milioni a De Lorenzo
CANTONI GIAMPIERO (F.I.): inquisito per vari reati, ha patteggiato alcune accuse
COMINCIOLI ROMANO: imputato a Roma per rapporti con la mafia, latitante per Mani Pulite, imputato per le false fatture in Publitalia (società di Berlusconi). Candidato da Forza Italia
COPPERTINO GIOVANNI (C.C.D.): rinviato a giudizio per calunnia ai danni di due pentiti, noto frequentatore di feste di boss della malavita
DELL'UTRI MARCELLO: pregiudicato, condannato per false fatture, sotto processo per concorso esterno in associazione mafiosa, inquisito per calunnia: capolista per F.I.
DEL PENNINO ANTONIO (F.I.): coinvolto nello scandalo Enimont e in quello della metropolitana di Milano
DE GENNARO GIUSEPPE (F.I.): condannato per voto di scambio
DE RIGO WALTER (F.I.): ha patteggiato una pena di un anno e quattro mesi per aver architettato una truffa ai danni del Ministero del Tesoro e della CEE
FALLICA GIUSEPPE (F.I.): condannato per false fatturazioni in Publitalia
FORTE MICHELE (F.I.): arrestato negli anni 80
GIANNI PIPPO (F.I.): arrestato e condannato in primo grado per concussione
LOMBARDO RAFFAELE (C.C.D.): due volte arrestato
MARTELLI CLAUDIO: pregiudicato, condannato a 8 mesi per tangenti Enimont
NESPOLI VINCENZO (A.N.): coinvolto in un'inchiesta per concussione
PINI MASSIMO (A.N., indipendente): ex detenuto di Mani Pulite
SODANO CALOGERO (F.I.): storico inquisito, paladino degli abusivi
SUDANO DOMENICO (A.N. ): plurinquisito
TOMASSINI ANTONIO: per questo signore la storia ha dell'incredibile; ginecologo, condannato a tre anni per falso; ha prima contraffatto e poi soppresso il cartogramma di una paziente da lui assistita; la bambina è nata cerebrolesa. Questo tizio era in lizza per il ministero della salute.
VERDINI DENIS (F.I.): indagato per falso in bilancio
VIZZINI CARLO (F.I.): salvato per prescrizione da una condanna per tangenti Enimont
PREVITI CESARE: nessun commento; ci sarebbe troppo da scrivere.
BERLUSCONI SILVIO: si presenta da solo

Devo aggiungere commenti? :)


STRAGE DI USTICA - "... 27 giugno 1980 - Colpito da un missile o per l'esplosione di una bomba, alle 20,56 precipita in mare al largo di Ustica un aereo Dc-9 della compagnia privata Itavia. L'aereo, impiegato nel volo di linea ih 870, da Bologna a Palermo, è partito dall'aeroporto Guglielmo Marconi di Borgo Panigale in ritardo, alle 20,08 anziché alle 18,30, ed è atteso a Punta Raisi alle 21,13. Nell'incidente muoiono tutti i 77 passeggeri, fra i quali 13 bambini, e i quattro membri dell'equipaggio...." Dopo la recensione di Chiara sul monologo tatrale "I-TIGI - Racconto per Ustica" di Marco Paolini, oggi ho trovato un sito dedicato alle due stragi dell'80, Ustica e l'attentato alla stazione di Bologna: stragi80.com. In questo sito troverete molte utili informazioni, molti chiarimenti e tanta, tanta rabbia. Ascoltando i numerosi contributi audio, e dell'80 e di questi ultimi 20 anni, sono rabbrividita. Ustica rappresenta uno scandalo vergognoso e inaccettabile. Il governo italiano ha volutamente insabbiare un errore militare americano, un errore fatale, calpestando la dignità umana dei defunti che chiedevano (e chiedono) giustizia. In Italia, dopo Ustica, non si può più parlare di giustizia. In particolare vi segnalo la pagina "rassegna stampa dedicata alla strage di Ustica" che propone molte risorse importanti. Agghiacciante.


CAMILLE CLAUDEL - Ieri ho letto sul manifesto un bell'articolo di Massimo Carboni sulla vita di Camille Claudel, scultrice francese che visse a cavallo tra il '800 e '900, nonché sorella del più noto Paul Claudel, poeta francese. Camille Claudel Oltre alla storia di questa donna, appassionata di arte e di vita, orgogliosa, caparbia, intensa, convinta che avrebbe potuto meritare il successo individuale per le sue evidenti capacità e non una mera e perpetrata citazione di se stessa come "allieva di", di questo articolo mi ha molto colpito la riflessione sulla malattia nervosa, sui manicomi che allora rappresentavano più che mai i gironi infernali in Terra e i serbatoi della vergogna pubblica, la via più veloce per insabbiare gli errori di famiglia e le ingiustizie sessiste. Camille era una donna assai sensibile, fragile e vibrante, desiderava solo esprimere se stessa e il suo amore per la vita attraverso la sua arte, la propria creatività, ma difficoltà di mentalità e ostracismi pregiudiziali non le permisero di avere vita facile, nè sul lavoro (poche infatti erano le commesse che le spettarono) né nella vita privata. Cadde in depressione e accusò per motli anni di manie di persecuzione, ottenebrata dai suoi fantasmi notturni, impersonati da amanti e amici traditori ed infigardi, da offese mai superate e da delusioni stratosferiche nella sfera affettiva. In ella si contrapposero istinto di sopravvivenza, alimentato dalla rabbia, e delusione profonda, rappresentata dal lasciarsi scomparire. Fu internata in manicomio nel 1913, dalla sua stessa famiglia, su intercessione del fratello. Camille rimase in manicomio 30 anni e ivi morì nel 1943, in seguito alla carestia del '40 che, alle porte della seconda guerra mondiale, causò la morte di molte persone. Per i tipi di Selene è uscita una sua biografia, curata dalla storica dell'arte Brigida Di Leo, Camille Claudel. Il prezzo della creatività (edizioni Selene, pag. 140, € 12,91). "...Camille Claudel, un'artista geniale e tormentata che ha pagato un prezzo altissimo, trent'anni di manicomio, per aver spinto la sua attività artistica - la scultura - "al limite di sè". Reine-Marie Paris, pronipote dell'artista e curatrice della mostra, così scrive: "Camille non si è rinchiusa. Si è spinta al limite di sé. Ha rischiato tutto, posseduta da un'immaginazione creativa che trascende il tempo, distruttore..." ...."


venerdì, ottobre 04, 2002


L'ODORE DEI SOLDI (4) - Nel mio post precedente dedicato al libro "L'odore dei soldi" ho parlato di Mangano, di collaborazione mafiosa di Berlusconi e di una banca, la Rasini. Premetto che probabilmente non sarò molto precisa nel raccontare i fatti, né esaustiva, e perché il materiale è proprio tanto e perché vorrei vi leggeste il libro (durante o dopo questa scorribanda storica su ocurréncia :)
All'inizio degli anni '90 del secolo scorso Paolo Borsellino rilasciò un'intervista scottante che provava e chiariva quali rapporti intercorrevano tra i fratelli Dell'Utri e Mangano: rapporti di traffico di droga e di favori mafiosi. I "cavalli", come si ostinarono a riferire Dell'Utri & company, erano le partite di droga, nel linguaggio tipico dello spaccio. I Dell'Utri (Alberto e Marcello), rientrati a Milano negli anni settanta, lavorarono per alcuni anni con il gruppo Rapisarda che era sfacciatamente colluso con la mafia. Il gruppo finì male, ma proprio male, e mentre il fratello Alberto finì in carcere, Marcello Dell'Utri riuscì a cavarsela con molto meno e si riciclò in seguito come collaboratore di fiducia di Berlusconi, rientrando nelle sue aziende e partecipando attivamente alla creazione e al lancio di Publitalia e Fininvest.
Traggo dall'intervista un paio di battute:
Intervistatore: Mangano era un pesce pilota?
Borsellino: Sì, guardi, le posso dire che era uno di quei personaggi che, ecco, erano i ponti, le teste di ponte dell'organizzazione mafiosa del Nord.

Questa intervista venne occultata, censurata in tutt'Italia. Veltri l'ha rintracciata presso una rivista, mi pare, francese, comunque in Francia. Rappresenta un documento inedito e allarmante, un documento davvero scottante. Sappiamo tutti che fine fece Borsellino nel '92, non certo per questa intervista, voglio precisarlo. Borsellino come Falcone morì in un attentato mafioso, guidato da Totò Riina, attentato che si spiega facendo tre nomi: Andreotti, Berlusconi e Dell'Utri.
Ma ora la domanda sorge spontanea. Cosa c'entrano Borsellino e Falcone con Berlusconi? Perché ad un certo punto della storia di Fininvest, Mani Pulite e Forza Italia si tirano in ballo le stragi che li assassinarono con mogli e scorte? Di questo ed altro parlerò nella prossima puntata. (fine puntata 4)
(to be continued... attendo vostri commenti, mi raccomando, grazie :)


L'ODORE DEI SOLDI (3) - Nel mio post precedente dedicato al libro "L'odore dei soldi" si è discusso sulla presunta mafiosità di Berlusconi e molti di voi mi hanno fatto notare che in realtà Berlusconi non è propriamente un mafioso, ma risulta colluso con la mafia. Avete ragione, ne convengo, poichè i mafiosi possiedono un codice d'onore, hanno una dignità ed osservano rispetto per le gerarchie, per le responsabilità, insomma, nascono fatti in un certo modo, dentro ad una specifica cultura. Berlusconi non è nulla di tutto questo, ma semplicemente ha lavorato (e lavora) fianco a fianco con la mafia. In un certo senso ha sfruttato l'appoggio della mafia, l'ha strumentalizzata, ma ad essa resterà legato per sempre.
Nel 1974-75 circa approdò alla villa di Arcore un tale Mangano, noto boss mafioso siciliano, grosso intermediario verso gli alti vertici della "cupola" e dal passato inquietante. Questa frase già di per sé è una bomba. Analizziamola. La villa di Arcore fu acquistata da Berlusconi con un contratto "truffa" pilotato da Previti. Il contratto prevedeva lo scambio della villa con una quota di azioni di borsa di una società del gruppo Berlusconi operante nel settore dell'edilizia. La società fu fatta passare per un affare, ma in realtà non era di fiorente economia, come molte delle società fantasma del gruppo Berlusconi, e le azioni vennero valutate, in sede di contratto, una somma molto alta. Siglato il contratto, il cedente convertì in seguito le azioni in moneta ed ottenne quasi la metà del valore pattuito inizialmente. Fu niente meno che una truffa legalizzata. Previti in questo era, ed è, un maestro. Berlusconi pagò la villa di Arcore con tutti gli ettari di parco e il paese sottostante la metà del valore corrente. La metà.
Ma perché Mangano entrò ad Arcore? Mangano fu assunto come stalliere, a detta di Berlusconi, con la scusa di dover badare ai cavalli. L'aggancio fu rappresentato da Dell'Utri che in quegli anni era molto attivo in Sicilia (tra banche, scuole di calcio e cose così..) ed aveva intrattenuto molti rapporti con la mafia locale. Segnalato da Dell'Utri, amico fidato di Berlusconi e suo ex-compagno di studi universitari, Mangano salì a Milano, dove teneva pure una parte della famiglia.
Questa è la verità raccontata dagli imputati. Ma cosa c'è sotto a questa verità? In quegli anni Berlusconi aveva già cominciato a mettere le mani avanti a Milano e dintorni, per costruire il suo impero e crearsi una rete di fiducia, entro la quale operare senza noie. Dobbiamo ricordare che Berlusconi è da sempre membro attivo della P2 e, come anche Marco Travaglio ha raccontato in uno degli ultimi numeri di MicroMega, fin dagli esordi nell'industria perseguì molti, se non tutti, degli obiettivi segnalati dal venerabile Licio Gelli (tanto per capirci, il culmine dei successi targati P2 lo vediamo oggi sotto ai nostri occhi).
A Milano la mafia già controllava diverse cose e Berlusconi era tampinatissimo. Piersilvio, il figlio maggiore allora di pochi anni, scampò ad un rapimento. Berlusconi era terrorizzato, veramente: si trovò dunque costretto a cercare "protezione". Mangano rappresentava un "lasciapassare", una garanzia, un modo per mettere a tacere incomprensioni tra il gruppo Berlusconi e la mafia.
Ma da dove viene Berlusconi? Il padre, Luigi, lavorava presso la banca Rasini di Milano nella quale fece una discreta carriera. La banca Rasini era tra le banche che si scoprì riciclavano denaro sporco, era insomma uno dei canali preferenziali del riciclaggio di denaro mafioso a Milano. Berlusconi, durante lo sviluppo delle sue innumerevoli Holding (quasi 40 società, delle quali la metà fantasma) si avvalse anche di questa banca, riciclando miliardi.
(to be continued ? attendo vostri commenti, mi raccomando, grazie :)


giovedì, ottobre 03, 2002


MICROMEGA - È uscito il nuovo supplemento al numero 3/2002 di MicroMega, la rivista diretta da Paolo Flores D'Arcais. Si intitola "Non perdiamoci di vista", ha la copertina di un bel color arancio e la potete trovare in tutte le librerie ed edicole a partire da oggi (€ 5,00) Troverete molti spunti interessanti anche in questa edizione. Segnalo in particolare l'articolo di Gomez-Travaglio "Se li conosci li eviti" e quello di Elle Kappa "Men in red" del quale vi trascrivo un pezzo:

Ho visto cose che voi umani non potete neanche imamginare.
Ho visto un paese, al di là dei bastioni di Orione, finire nel bilancio di un trafficante di etere senza scrupoli.
Ho visto un simil-rivoluzionario correre verso la sconfitta con telegenica coerenza, offrendo eroicamente il petto ad un'inquadratura e l'Ulivo annientato ripartire da zero, pardon, da Rutelli.
Ho visto l'immensa generosità dei Ds: con tanta gente che pagherebbe per distruggere il partito, loro lo stanno facendo gratis.
Ho visto la sinistra fare cose di destra e la destra fare cosa nostra.
(...continua su "Micromega: Non perdiamoci di vista"...)


Dimenticavo, interessante intervento anche di Erri De Luca.


BOOK CROSSING - Mi sono appena iscritta a BookCrossing.com, il sito che gestisce una curiosa iniziativa di scambio di libri, che copre tutto il mondo. Attualmente siamo più di 2000 italiani iscritti, dei quali 60 residenti in Emilia Romagna :) Ho stampato le etichette: a giorni rilascerò il mio primo libruzzo... Vi invito a partecipare numerosi, iscrivendovi a questa divertente quanto lodevole iniziativa: più saremo più libri "libereremo"... e più divertente sarà...


mercoledì, ottobre 02, 2002


IL CASO SOFRI (1) - Da alcuni giorni ho intrapreso la lettura di un saggio giornalistico molto interessante e ben scritto, essenziale e chiaro, che credo mi aiuterà a capire qualcosa di più sul "caso Sofri" e a farmi un'idea personale su ciò che accadde quel 17 maggio del 1972 (mentre io fluttuavo beata nel pancione di mia madre) ma soprattutto su cosa Pietrostefani, Bompressi e Sofri c'entrano con l'assassinio del commissario Calabresi. Durante quest'ultimo anno si è parlato molto di Sofri e molte autorevoli personalità (politici, scrittori, intellettuali...) hanno chiesto più volte la grazia per lui e per Pietrostefani e Bonpressi. Come reagire di fronte a queste notizie? Come al solito la mia mente si è posta alcune domande che ho bisogno, assolutamente bisogno, di saziare con risposte chiare ed accettabili. Perchè Sofri è in carcere se si dice sia innocente? Perchè si chiede la grazia per un personaggio che è accusato di essere il mandante di un omicidio? Che cosa so io su questa vicenda e come posso farmene un'opinione personale? Spesso leggo articoli di Sofri su la Repubblica e posso dire che mi paice come scrive, cosa dice, come pensa. Lo ritengo un uomo di raffinata cultura, preparato e molto intelligente, dall'eloquio paziente ed attento, pungente. Perchè allora un personaggio così di qualità è in carcere con una condanna di 22 anni sulla testa? Inizio allora un secondo viaggio nella storia della società italiana, qui su Ocurréncia, per capire. Per capire. Io che ho sempre detestato la "storia" a scuola ora navigo nella "storia". Mi fa sorridere, ma è così: ora mangio "storia" per capire "chi è"; l'Italia, dove abito, chi sono le persone che leggo abitualmente sui quotidiani e che guardo in televisione. La mia amica Chiara mi ha insegnato la passione per questa materia, per i "perchè" per le domande. L'informazione dei canali ufficiali è accomodante, distorta, sfuggente. Ora ho bisogno di capire meglio, di trovare risposte. E voi? Segnalo alcune risorse utili: il libro che sto leggendo si intitola "Il caso Sofri" e lo trovate online sul sito sofri.org, il sito dedicato alla vicenda "Sofri, Pietrostefani, Bompressi", curato credo da Luca Sofri. Se invece foste più propensi a leggervi il libro su carta, potete certamente richiederlo in libreria, poichè è edito da Editori Riuniti. Segnalo inoltre il sito dedicato a Sofri, già menzionato, e la neonata mailing list sul "caso sofri" che oggi ha aperto i giochi con un sondaggio al quale mi sembra prematuro partecipare, almeno per me. Il sondaggio recita: "...domanda ovvia ma necessaria: Adriano Sofri, Giorgio Pietrostefani e Ovidio Bompressi sono: 1) innocenti tutti e tre; 2) colpevoli tutti e tre; 3) non saprei; 4) alcuni hanno delle responsabilità, altri sono al di fuori..."
Anche durante questo viaggio attendo le vostre opinioni: sfruttate al massimo il link "commenti"; in fondo Internet è fatto per parlare, non per imitare Las Vegas, con colori e lucette. :)


L'ODORE DEI SOLDI (2) - "La verità è che se Berlusconi non fosse entrato in politica, se non avesse fondato Forza Italia, noi oggi saremmo sotto un ponte o in galera con l'accusa di mafia. Col cavolo che portavamo a casa il proscioglimento nel lodo Mondadori (Fedele Confalonieri, La Repubblica - 25 giugno 2000)" Appena letta nel frontespizio del libro non potevo credere che questa frase c'entrasse col contenuto della lunga ed avvincente dissertazione di Elio Veltri e Marco Travaglio "L'odore dei soldi". Invece mi sono dovuta ricredere, poichè non solo c'entra, ma essa riassume egregiamente 350 pagine di fatti finanziari inquietanti, 30 anni di berlusconi-story, una storia più intrigante e misteriosa di Dallas, più appassionante di La schiava Isaura e più incazzereccia dei Anche i ricchi piangono... sul serio... Senza darlo ad intendere, Confalonieri nel 2000 confidava al quotidiano la Repubblica il succo autentico del significato di mister Berlusconi e di tutto ciò che egli, unto da Dio e da altri Dei con la coppola, fece a partire dal 1970. È sì, perchè ora lo posso dire: Berlusconi è un mafioso. Punto. Mafioso. Il perchè lo vedermo assieme. Cercherò di non tediarvi troppo sulle vicende nè con le mie osservazioni di merito, però vi chiedo di intervenire il più possibile nella zona commenti dei vari post, arricchendo questa mia piccola dissertazione senza pretese con le vostre necessarie opinioni, in modo da poter meglio comprendere insieme il nervo oscuro di questa attuale destra italiana precotta che sta distruggendo il nostro paese, smantellando la giustizia e l'economia, dopo aver ingannato e derubato lo stato per 30 anni. Come già scrissi, ho bisogno di voi per capire. Un cittadino al di fuori dei giochi come me certe domande se le pone, soprattutto quando inizia a capire che il proprio voto vale qualcosa e che alle elezioni bisogna sapere CHI si andrà a votare. Da almeno un anno mi domando "Ma chi È Berlusconi in realtà? E perchè gli hanno permesso di diventare primo ministro, nonostante il conflitto d'interessi? Che cosa vuol fare Berlusconi al governo? Di chi farà gli interessi?" Ecco, queste domande suppongo ve le sarete poste pure voi, o almeno avrete cominciato a farlo dopo 16 mesi di allucinante governo berluscoso. Bene. Nel maggio del 2001 credo pochi italiani sapessero chi È realmente Berlusconi e cosa si cela dietro alle sue false promesse. Personalmente non lo votai, ma non avevo comunque le idee ben chiare su chi fosse né sul perchè era riuscito a vincere. In tutta sincerità anche molti aspetti della sinistra mi sfuggivano (e tutt'ora mi sfuggono) ma, ogni cosa a suo tempo, forse a tempo debito scioglierò anche quei nodi rossi. Lo dico sempre: bisogna documentarsi prima di agire, per agire con consapevolezza. E siccome sono anche convinta che parlare troppo di un fatto sia sempre meglio che non parlarne affatto, iniziamo questo nostro viaggio alla ricerca della verità su Berlusconi. Ocurréncia è un'isola felice minuscola, sfruttiamo questo fazzoletto di Internet per confrontarci. Vi va? Bene. Allora cominciamo. :)


martedì, ottobre 01, 2002


INTERVISTA A GINO STRADA - Segnalo l'intervista di Valentina Agostinis a Gino Strada, pubblicata sul numero di settembre 2002 di Carnet: "Dottor Stradamore. Intervista a Gino Strada". Gino è un uomo generoso, un medico coraggioso, un umano caritatevole. È tra i pochi uomini che "fanno" qualcosa, mentre gli altri perdono tempo a parlare. Siamo circondati da gentaglia che blatera, che biascica demagogia, egoismo e prevaricazione. Gino agisce, parlando poco, a costo di risultar antipatico. E in effetti Gino credo stia simpatico a pochi potenti, a ben pochi dirigenti. Come si dice, Gino è un uomo "scomodo", come scomodi sono i suoi libri che denunciano orrori bellici legittimati in tutto il Mondo dai governi industrializzati.


RABBIT! RABBIT! - O meglio, TIBBAR! TIBBAR!, visto che me ne ero proprio dimenticata!!! Buon 1° Ottobre a tutti quanti! Spero questo potrà essere un mese buono, non solo per le castagne arrosto ;) Un augurio speciale a chi compirà gli anni in questo mese.


ARUNDHATI ROY - Segnalo due articoli di Arundhati Roy. Il primo articolo si intitola "Fascism's Firm Footprint in India" e in esso Arundhati denuncia severamente atti sanguinosi di gravissima entità, accaduti in India, che hanno sconvolto la regioine del Gujarat coinvolgendo pesantemente indiani musulmani e hindu (l'articolo fu pubblicato su The Nation del 23 settembre scorso). In quella zona c'è una guerra civile di stampo religioso-etnico, dove hindu fascisti e musulmani si combattono senza regole, seminando centinaia di morti ad ogni assalto. Il conflitto intestino si è sviluppato dopo la morte di 58 hindu nell'incendio di un treno, incendio che pare fu doloso ma del quale nessuno ha mai accertato le responsabilità. In seguito a quell'incidente la fazione hindu ha attaccato pesantemente i musulmani, trucidando famiglie e devastando interi quartieri del Gujarat. "...On the evening of February 27, Hindu nationalists in the Vishva Hindu Parishad (VHP, the World Hindu Council) and the Bajrang Dal movement put into motion a meticulously planned pogrom against the Muslim community. Press reports put the number of dead at just over 800. Human rights organizations have said it is closer to 2,000. As many as 100,000 people, driven from their homes, now live in refugee camp...". Tutto questo accadde, e venne poi insabbiato, nell'indifferenza allarmante delle istituzioni di governo, che in definitiva si rivelarono criminosamente coinvolte in questo omicidio di massa. "...But every independent report says the pogrom against the Muslim community in Gujarat has at best been conducted under the benign gaze of the state and, at worst, with active state collusion. Either way, the state is criminally culpable..." In Gujarat si operò una vera e propria strage umana che ancora cerca giustizia, una sorta di pulizia etnica inaccettabile e di terrificante odio. Attualmente vige una repressione fascista nei confronti dei musulmani indiani legittimata dal governo. I musulmani sono letteralmente odiati dagli hindu e sono trattati allo stesso orribile modo in cui i nazisti trattarono gli ebrei nella Germania di Hitler. Arundhati ricorda che prima del conflitto contro il Pakistan sarebbe meglio risolvere quello interno, tra hindu e musulmani, indagando e combattendo le radici del nuovo fascismo indiano. "Il Pakistan - scrive - non ha bisogno di bombardarci. Lo facciamo già da soli." Il fascismo vive nella mente e si nutre di odio e desolazione, sfruttando la disperazione della gente e producendo generazioni di disperati. L'India ha come "importato" il fascismo dall'estero, quale ultima valida ascia di guerra per riscattare l'orgoglio nazionale e cambiare, forse, le cose, all'interno di un quadro geopolitico internazionale desolante e fortemente penalizzante i Paesi in via di sviluppo. Sono sempre le idee manipolate a cambiare e la Storia e la mentalità delle persone. Bush è un moderno manipolatore di idee politiche e nazionalistiche, colui che attualmente è riuscito a dividere a metà il Mondo, classificando i Paesi in "a favore del terrorismo" a in " a favore degli stati uniti", con tutte le conseguenze del caso...
Il secondo articolo invece è il testo di un discorso che Arundhati ha tenuto al Lensic Performing Arts Center di Santa Fe, nel New Mexico (USA) il 29 settembre: "... I have so many things to say and I hope I don't take too long to say them to you. I'm a writer, and so I've actually written what I want to say, for two reasons. One, because I'm sure that you are much more interested in the way I write than in the way I speak. And, second, because the things I have to say are complicated, dangerous things in these dangerous times and I think we have to be very, very precise about what we're saying and how we say them and the language that we use. So I hope it's okay if I read it out to you. My talk today is called "Come September." ... " (via OutlookIndia/Zmag).


 


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Immagine di bimbo che saluta. Ciao e a presto!

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