giovedì, novembre 07, 2002
- Avre sicuramente sentito parlare delle accuse rivolte contro l'attrice americana Winona Ryder: pare che abbia rubato abiti e accessori moda, per una somma di 5.500 dollari, dai magazzini Saks Fifth Avenue in Beverly Hills (Los Angeles). Il processo si è concluso e l'attrice è stata dichiarata colpevole di furto e vandalismo. Gli avvocati della difesa hanno chiesto una pena minore, poichè l'attrice non ha precedenti penali: chiedono infatti che la Ryder possa evitare il carcere, risarcire i magazzini mediante cauzione e svolgere attività di solidarietà (che negli Stases è vista sempre come via del "recupero" per chi ha commesso reati). Qualche giorno fa Galimberti, su la Repubblica, ha scritto un articolo sulla dipendenza da Internet. Anche la cleptomania credo sia una sorta di dipendenza, un gesto rischioso che eccita e soddisfa, che fa sentire potenti, audaci, furbi, ed è anche un modo per appagare il proprio ego. Rubare, in sè, non ha valore. La Ryder ha così tanti dollari che potrebbe acquistare il magazzino intero, ma ruba. Il significato sta nel gesto, nell'azione, il cui effetto probabilmente si esaurisce in poche ore. Spesso i cleptomani si appropriano di sciocchezze, di poche cose, ma ossessivamente ripetono quell'azione impropria. Assolutamente enigmatico e scioccante. Eppure, ogni giorno, migliaia di persone vivono questa impellente necessità di "vincere" il controllo degli altri sul loro territorio e di farla franca, di sfuggire alle regole, di superare il confine tra legale ed illegale per puro piacere personale, per il brivido che la paura procura. Credo che un sacco di accadimenti e comportamenti umani possano ricordursi ad un diverso grado di cleptomania, così piccoli che probabilmente non ce ne rendiamo nemmeno conto.
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