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sabato, ottobre 12, 2002


L'ODORE DEI SOLDI (5) - Nel mio post precedente dedicato al libro "L'odore dei soldi" ho parlato di un'intervista rilasciata da Paolo Borsellino all'inizio del '92. Riporto un brano del libro: "?Due giorni dopo quest'intervista di Paolo Borsellino, il 23 maggio 1992, il Giudice Falcone - distaccato presso il ministero della Giustizia e candidato numero uno per diventare il primo Procuratore nazionale antimafia - salta in aria insieme alla moglie Francesca Morvillo e agli uomini della scorta sull'autostrada Punta Raisi - Palermo in località Capaci." Tutti ricordiamo quel giorno come uno dei più tragici e terribili della storia italiana moderna. L'omicidio di Falcone fu un chiaro attentato alla Giustizia nella sua totalità e un segnale cupo di oscuri presagi sul governo e sui rapporti tra lo stesso e la malavita mafiosa. La morte di Borsellino qualche mese dopo avvallò questo timore e da allora l'Italia intera rivive con sgomento e rabbia quelle perdite preziose e quell'offesa profonda alla dignità di cittadini, di uomini, di persone che credono nella giustizia, nella legge uguale per tutti e nella libertà. Riprendendo la domanda con la quale vi avevo congedati la volta scorsa, proverò a procedere in questa difficile e dolorosa analisi.
Perché ad un certo punto della storia di Fininvest e Forza Italia si tirano in ballo le stragi che assassinarono Falcone e borsellino?
Le due stragi ebbero diversi scopi, tra i quali spiccava l'intenzione di cambiare profondamente l'assetto politico del governo, promuovendo l'avanzamento di "persone di fiducia" che potessero stringere più sicuri rapporti di collaborazione con la Mafia, ovvero lo scopo era quello di favorire l'entrata in scena di personaggi potenti finanziariamente che avrebbero certamente potuto rivestire un ruolo legislativo. Berlusconi e Dell'Utri figuravano tra queste persone, soprattutto in qualità di intermediari con Craxi e massoneria italiana. La Mafia avrebbe così potuto mettere letteralmente le mani sulle leggi e favorire i suoi interessi, con la benedizione dei politici. Ora non vorrei peccare di "analisi semplicistica", ma le cose andarono veramente così: spesso i fatti sono più semplici di quanto si creda e a volte le cause di alcuni determinati accadimenti sono così ovvie che non le vediamo. C'è da aggiungere che la stessa P2 in quegli anni aveva ordito un sottobosco di intenti e progetti che miravano ad indebolire fortemente la forza governativa e la coscienza civica nazionale. Licio Gelli stesso aveva stilato un promemoria di azioni che dovevano essere messe in atto il prima possibile, per "rivoltare dalle radici" lo Stato Italiano. Secondo un recente articolo di Travaglio queste "attuazioni" cui fa cenno Gelli sono state in gran parte realizzate durante i due governi Berlusconi (1994 e 2001), oltre a tutta una serie di cambiamenti legislativi che hanno favorito i mafiosi sotto processo (e questa è davvero storia recente).
Nel '94/'95 circa, se non ricordo male, Andreotti fu indagato e processato per l'omicidio Lima. I processi smentirono ogni presunto rapporto mafioso tra Andreotti e Riina, ma le cose stanno assai diversamente. Andreotti non è innocente come lo si vuol far credere. Egli fu colluso con la mafia in qualità di politico e di ponte di collegamento tra mafia e governo, per molti anni. Era il referente mafioso precedente il governo berlusconi, l'ancora di approdo della mafia al governo italiano. La lunga notte della DC portò anche questo lutto in Italia: un governo mafioso, in tutti i sensi. L'omicidio Lima, ebbe il significato anche di un chiaro atto punitivo nei confronti di Andreotti, il quale non aveva accettato di buon grado di suggellare ulteriormente l'alleanza con la mafia, mancando a qualche sua promessa e cercando di "uscirsene". Forse Andreotti non riusciva più a reggere quel ruolo di protettore e uomo fidato, la paura di essere scoperto lo aveva distrutto. Riina affermò infatti che uccidendo Lima prima e Falcone dopo, Andreotti sarebbe stato additato come politico mafioso e con questa onta avrebbe dovuto dire addio per sempre alla carica di Presidente della Repubblica. Infatti andò proprio così, solo che i suoi avvocati sono riusciti a "salvarlo" in extremis (e mi fa rabbia e ridere la gente che lo considera innocente, come uno che non ha niente da nascondere...). Meriterebbe la galera o almeno la radiazione immediata dalla politica. Ordunque: spazzato via un partito referente se ne deve trovare uno nuovo, per garantire un posticino caldo alla mafia al governo. Partito nuovo? Già, nuovissimo. Forza Italia fu creata dal nulla proprio a questo scopo, oltre che per assecondare gli illeciti interessi del suo fondatore e messia: Silvio Berlusconi.
(to be continued... attendo vostri commenti, mi raccomando, grazie)


 


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